Sulla riforma del lavoro continuano ad esserci tensioni e i partiti di maggioranza si sono incontrati per discutere del futuro del mercato del lavoro. Ma al vertice di maggioranza durato circa due ore, al quale hanno partecipato Angelino Alfano, leader di Pdl, Pier Luigi Bersani del Pd e Pier Ferdinando Casini dell’Udc, c’è stato un niente di fatto per quanto riguarda la discussione sulla riforma del lavoro.
Il varo della riforma del lavoro in CdM ha infatti allargato ulteriormente il divario tra e posizioni dei rispettivi partiti e le attese su questo il vertice di maggioranza erano che si delineasse il percorso che attende provvedimento.
In generale comunque l’incontro ha avuto un esito positivo ed è stato raggiunto un accordo, ma «col tempo che avevamo, siamo riusciti a parlare soltanto di riforme», spiega Bersani. È vero che anche quella del mercato del lavoro è una riforma, ha ammesso, ma quella è una «riforma da cambiare».
Ha espresso soddisfazione per il risultato del vertice di maggioranza il presidente delle Repubblica Giorgio Napolitano, un «vivo apprezzamento per l’impegno manifestato dal Pdl, dal Pd e dal Terzo Polo a collaborare per avviare senza indugio, incardinandole parallelamente, un insieme di modifiche della Costituzione e la revisione della legge elettorale».
Intanto sulla riforma del lavoro Dario Franceschini ha anticipato che quando il disegno di legge arriverà alla Camera (non prima del 2 aprile, quanto il presidente Mario Monti tornerà dall’Asia) il Pd lavorerà per farlo approvare entro 30 giorni, ma facendo apportare le dovute modifiche.