La riforma del lavoro è ormai in dirittura d’arrivo, il 22 marzo si terrà l’ultimo incontro tra Governo e parti sociali e poi, con o senza l’accordo, Monti e Fornero porranno la parola “fine” alle trattative sulla revisione del mercato del lavoro.
Nell’ultimo incontro sulla riforma del lavoro il premier è riuscito ad incassare un consenso di massima dalle parti sociali, ad esclusione delle Cigl che per voce della leader Susanna Camusso ha reso noto il proprio dissenso su quanto proposto in tema di reintegro e articolo 18.
Ma c’è da precisare che l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori – sul quale per altro imprese Cisl e Uil hanno danno il loro consenso – non sarà oggetto di discussione nell’ultimo tavolo. Su questo argomento Mario Monti ha infatti già messo il punto: «su questo particolare aspetto la questione è chiusa.
La proposta legislativa che stiamo studiando e che il Governo presenterà in Parlamento non sarà sottoposta più ad analisi», in questo modo «abbiamo voluto togliere tensione alla trattativa» anche perché «per avere il sì della Cgil avremmo svuotato la riforma e perso il sostegno degli altri», spiega il presidente del Consiglio.
Quindi, anche senza l’accordo delle parti sociali la riforma del lavoro arriverà in Parlamento. Non verrà firmato nessun documento, ha precisato il premier a margine dell’ultimo incontro, ma verrà solo redatto un verbale con le posizioni di tutti.
Eppure Camusso non si arrende e promette di dar battaglia: «faremo tutto ciò che serve per contrastare la modifica dell’articolo 18 e tutte le mobilitazioni che riterremo necessarie» contro «una proposta totalmente squilibrata». Più in particolare la Cgil sta preparando una scaletta di iniziative che prevede 16 ore di mobilitazione, di cui 8 ore di sciopero generale.
Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni ha invece espresso «un giudizio positivo sulle linee della riforma» anche se bisogna «lavorare ancora in modo intensivo fino a fine settimana per migliorarla». Servono ancora modifiche anche per Luigi Angeletti Uil, che comunque si dimostra ottimista, come Giovanni Centrella dell’Ugl: «l’impianto nel complesso è condivisibile».
Anche sull’articolo 18 Bonanni ritiene buona «la direzione del Governo per una mediazione fondata sul sistema dei nuovi ammortizzatori che abbiamo costruito in questi giorni avendo raccolto l’invito alla responsabilità fatto dal presidente della Repubblica».
Richiesta che è stata colta anche dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia che aggiunge «abbiamo dato un’adesione complessiva all’architettura della riforma ma rimane ancora del lavoro da fare su alcuni punti che non ci vedono concordi».
Per esprimere la propria opinione e presentare le proprie proposte imprese e sindacati hanno ancora un’ultima possibilità, non resta che attendere. In attesa dell’incontro decisivo le parti sociali stanno effettuando un’approfondita analisi della proposta presentata dal ministro del Welfare Elsa Fornero per arrivare pronte davanti al Governo con le richieste di modifica sui punti più nodosi.