Atteso per la prossima settimana il nuovo tavolo sulla riforma del lavoro tra il Governo, quindi il ministro del Welfare Elsa Fornero, e le parti sociali. L’obiettivo del governo Monti è di arrivare a definire la riforma del mercato del lavoro entro marzo.
E per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, questo è un traguardo raggiungibile. La trattativa potrebbe essere chiusa in breve tempo, «le condizioni per chiudere entro marzo» ci sono, a patto però che il Governo tenga «i piedi ben piantati a terra» e che le parti sociali collaborino.
Al di là dell’ottimismo Bonanni ha sottolineato la necessità di una riforma del lavoro non solo equilibrata, ma che ponga «attenzione sulla crescita. Il mercato del lavoro da solo non può risolvere niente se non c’è la ripresa».
E per questo la Cisl ha chiesto al governo Monti un “patto sociale”, perché anche con una efficace revisione del mercato del lavoro «senza una ripresa economica il lavoro non ci sarà» e quindi sarà stato tutto inutile.
«La ripresa si fa solo se si farà qualcosa di forte su infrastrutture, energia e tasse. La stessa enfasi che è stata messa sul mercato del lavoro si deve mettere per la ripresa» ha incalzato il leader della Cisl.
Tornando alla riforma del lavoro o meglio degli ammortizzatori sociali, uno dei punti più nodosi del dibattito tra Governo e parti sociali, Bonanni ha definito “stucchevole” la questione della necessità di reperire risorse che tra l’altro ha fatto saltare l’ultimo incontro in programma.
«Parlare di cifre senza conoscere l’impianto significa fare una lotteria spiacevole », perché «prima bisogna vedere cosa si vuol fare e poi si fa il conto di quanto pagare», intanto il Governo «si presenti al tavolo con una proposta ragionevole e le parti tutte, ragionevoli faranno l’accordo. Alla fine si vedrà quanti soldi serviranno per gli ammortizzatori» ha dichiarato Bonanni ipotizzando una volontà di depistare la discussione da parte di Monti e Fornero.
In realtà il ministro Fornero, annunciando il nuovo round sul mercato del lavoro con le parti sociali ha dichiarato che la riforma «non può essere fatta solo da tecnici, ha bisogno di un consenso».
La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ha invece quantificato le risorse necessarie per la riforma degli ammortizzatori sociali, ricordando che l’Esecutivo «sta lavorando per trovare due miliardi di risorse aggiuntive» ma, ha aggiunto: «non so se basteranno» per coprire le esigenze di una platea di 12 milioni di persone.
Più che sugli ammortizzatori sociali Marcegaglia pone l’accento sulla flessibilità in uscita, tema sul quale si aspetta che «il Governo dia una risposta». E la proposta degli industriali è già pronta: «l’articolo 18, il reintegro, deve valere nel caso di licenziamenti discriminatori, mentre in tutti gli altri casi, così come avviene in Europa, per il licenziamento illegittimo ci deve essere un indennizzo».