Sulla riforma del lavoro niente incontro tra Governo e parti sociali. Il ministro del Welfare Elsa Fornero ha reso noto che, prima di discutere con sindacati e imprese sulle risorse da destinare alla riforma degli ammortizzatori sociali, è necessario che il Governo reperisca i fondi necessari.
A questa conclusione sono giunti il premier Mario Monti e il ministro Fornero nel corso dell’ultimo incontro di Palazzo Chigi sulle risorse economiche a disposizione dell’Esecutivo e sulla compatibilità con i vincoli di bilancio della riforma del lavoro allo studio. Al vertice hanno partecipato anche il viceministro all’Economia Vittorio Grilli e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà.
In sostanza il Governo «ritiene che il tema delle risorse da destinare a tal fine, sia componente essenziale per la definizione del complessivo riordino del mercato del lavoro», ha comunicato Fornero.
Per questo la riunione sulla riforma del lavoro sul tema degli ammortizzatori sociali fissata con le parti sociali «è stata rinviata a data che il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali si riserva di comunicare alle Parti sociali».
Riforma degli ammortizzatori: servono risorse
Ora il Governo si impegna ad «individuare, pur nella comune consapevolezza della delicata situazione finanziaria del Paese, risorse da destinare a sostenere l’auspicata vera e profonda riforma degli ammortizzatori sociali».
E sembra che le risorse necessarie per fare questo ammontino ad «almeno 2 miliardi» e che l’incarico di reperirle sia stato assegnato al sottosegretario Vieri Ceriani. Ma servirà del tempo, anche se il Governo sembra comunque intenzionato a varare la riforma del mercato del lavoro entro marzo.
In ogni caso Fornero ha sottolineato ancora una volta che la «volontà di raggiungere un accordo con le parti sociali sulla Riforma del mercato del lavoro è un elemento condiviso da tutti». E l’intesa sulla riforma degli ammortizzatori sociali dovrà essere trovata soprattutto per quanto riguarda due dei temi più spinosi della revisione del mercato del lavoro: flessibilità in entrata e in uscitae riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Lo scopo di Monti e Fornero è trovare una soluzione che non vada a gravare eccessivamente sulle casse dello Stato e che quindi sia compatibile con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013.
Le reazioni dei sindacati
«I negoziati possono essere faticosi, ma lo possono essere ancora di più se l’attitudine non è quella a trovare l’accordo. Abbiamo iniziato la discussione su precarietà e forme di ingresso e qualche elemento positivo c’è. Ci siamo bloccati sugli ammortizzatori» è stato il commento di Susanna Camusso della Cgil allo slittamento del tavolo tra Governo e sindacati.
Per il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni «il rinvio non è un segnale negativo. Ma si deve utilizzare bene questo tempo per costruire a passi progressivi le basi di una intesa per il bene del Paese», in più «dalla crisi possiamo uscire solo con una grande coesione sociale ed un accordo globale. Nel sindacato ci sono forze che si vogliono assumere le proprie responsabilità. Vogliamo credere che anche il Governo voglia fare lo stesso». La Cisl si aspetta «una proposta organica e che regga sul piano finanziario, normativo e della logica. I nostri compiti sono stati fatti, vediamo se la Fornero tira la riga e scrive il suo giudizio», ha concluso Bonanni.