In un clima di crisi economica evolve il mercato del lavoro e, a livello internazionale, emerge un calo nella tendenza dei talenti a cercare opportunità all’estero, preferendo sempre di più rimanere in patria ma pur sempre cercando di cambiare lavoro. Perchè cambiare? Soprattutto per cercare nuove prospettive di carriera piuttosto che retribuzioni migliori.
A rivelarlo è l’indagine Experteer sul mercato del lavoro 2010-2011.
Cambiare lavoro: gli executive
L’idea che andare all’estero comporti un miglioramento della propria dimensione professionale non è poi così diffusa come si sarebbe portati a pensare: su 71.769 manager che hanno indicato di aver cercato lavoro nell’intervallo di tempo analizzato, 11.188 (15,6%) lo hanno fatto muovendosi a livello internazionale, mentre 60.581 (84,4%) rimanendo nel proprio Paese.
La percentuale di executive emigrati all’estero è dell’1,5%, in calo rispetto all’anno precedente, quando era dell’1,7%. I due terzi (68%) dichiarano di avere almeno 5 anni di esperienza professionale.
Di questi oltre il 40% ricopriva ruoli da Specialista e da Project Manager; il 31% da Team Leader o da Capo di dipartimento.
Il 44% ha dichiarato una retribuzione annua lorda tra i 40 e i 60.000 euro l’anno, con un picco di 80.000 euro l’anno per chi si è trasferito in Svizzera.
Lavoro estero: vantaggi
A spingere gli executive al di fuori del proprio Paese c’è in primo luogo la limitata opportunità di lavoro nei mercati interni; la disparità di livelli retributivi tra i Paesi; i conflitti interni di carattere economico, politico e sociale; le concentrazioni geografiche di particolari attività o di fabbisogno di competenze.
Figure ricercate all’estero
Storicamente, i servizi di consulenza, commercio e produzione sono i settori che testimoniano spostamenti significativi a livello internazionale, seguono information technology, servizi finanziari e produzione dei beni di consumo.
A livello di competenze, quelle nell’automotive sono le più richieste in Germania e in Francia; nei settori delle costruzioni e del real estate nell’intero continente europeo; nei servizi bancari e finanziari Svizzera, Germania, Francia e UK ; nelle scienze naturali in Germania e Svizzera.
Confronto Europa e Italia
L’Italia figura tra i Paesi nei quali c’è la maggiore reticenza al cambiamento, nonostante la crisi economica, insieme a Germania e Spagna, dove solo il 7-8% dei manager è disposto a cambiare Paese per fare carriera.
Maggiormente predisposti alla mobilità sono gli executive del Regno Unito, con una esportazione di talenti passata dal 20% del 2009 al 26% del 2011, la maggiore dopo gli Stati dell’Europa centrale e orientale, forse perché agevolati dalla lingua.
Una percentuale tra il 23% e 33% dei talenti presenti in Spagna, Francia e Germania ha lasciato l’Unione Europea per accettare altrove posizioni più sfidanti e remunerative.