Il recruting delle imprese, soprattutto se di piccole dimensioni, si orienta verso candidati di cui il datore di lavoro ha una conoscenza diretta. In Italia per la maggior parte delle assunzioni, rivela l’ultima indagine Excelsior svolta da Unioncamere e ministero del Lavoro, avvengono tramite canali informali e non mediante lunghe selezioni e valutazioni di esperienze e curriculum.
Il 61,1% delle imprese assume per conoscenza
In particolare per 6 Pmi su 10 (61,1%) le assunzioni riguardano persone che conoscono personalmente, o tramite segnalazioni di conoscenti e fornitori.
E quella di dare più peso alle referenze personali, piuttosto che al curriculum vitae, sembra essere una tendenza in crescita, nel 2009 infatti i datori di lavoro che dichiaravano di assumere per conoscenza personale erano il 49,7%.
Effettuano una selezione tra curricula ricevuti due imprese su dieci, o meglio il 24,6%; mentre nel 2009 la percentuale era del 21,5%. Si affidano ad annunci su quotidiani e riviste specializzate solo il 2,3% delle aziende; ad intermediari come le società di lavoro interinale il 5,7% e a operatori istituzionali come i centri per l’impiego il 2,9%.
Crisi economica e cautela nel recruting
Probabilmente la spiegazione risiede nel clima di incertezza causato dalla crisi economica, che «spinge evidentemente le imprese alla massima cautela nella selezione di nuovi candidati: la conoscenza diretta, magari avvenuta nell’ambito di un precedente periodo di lavoro o di stage, e il rapporto di fiducia da essa scaturito diventano quindi premianti ai fini dell’assunzione».
Conoscenza diretta che non viene solo dai rapporti personali, ma anche da quelli professionali avuti con il candidato in un periodo precedente. È in aumento infatti il numero di imprese che in fase di recruting si affida a strumenti interni, delle banche dati interne costruite dalle imprese stesse.
Trend che si accentua nelle aziende con più di 50 dipendenti. Addirittura nelle aziende con più di 500 dipendenti la conoscenza del candidato influenza solo il 10,2% delle assunzioni; gli strumenti interni il 48,9%.