Marcegaglia vs Berlusconi: riforme subito

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 22 Maggio 2009
Aggiornato 17 Settembre 2013 17:47

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Interventi strutturali immediati per la ripresa economica del Paese: li ha chiesti la presidente di Confindustria Marcegaglia al Premier Berlusconi. Sul tavolo, credito, federalismo, pensioni, liberalizzazioni e contratti

Lavoro, imprese in crisi, liberalizzazioni, federalismo fiscale, pensioni, contratti, accesso al credito: questi i temi caldi al centro del dibattito all’Assemblea annuale di Confindustria, che ha visto Emma Marcegaglia e Silvio Berlusconi in un faccia a faccia accesso e alla pari, su riforme e strategie necessarie per la ripresa economica del Paese.

La presidente di Confindustria ha tenuto testa al presidente del Consiglio in un confronto schietto e mirato e, aggirando le battute sulle veline, ha preferito focalizzare sulle priorità per la competitività delle imprese, che devono andare a braccetto con i grandi temi della coesione sociale.

«Senza le riforme il ritorno sui livelli produttivi pre-crisi non avverrebbe prima del 2013». Più che gli ammortizzatori sociali, dunque, Confindustria chiede liberalizzazioni “anti-corporativismo” professionale, e riforma del Welfare per ridurre l’incidenza delle pensioni sul PIL.

I veri protagonisti del dibattito, pertanto, sono stati i temi cari alle imprese: riforma delle pensioni, federalismo fiscale, accesso al credito e infine riforma dei contratti.

In ottica imprenditoriale, Berlusconi e Marcegaglia sono sembrati concordi sull’innalzamento dell’età pensionabile:«l’unica via sostenibile per difendere le prestazioni previdenziali è ritardare il ritiro dal lavoro». Mentre sul federalismo, Marcegaglia ha preferito rimanere sul diplomatico, sottolineando però la necessità di scongiurare le ricadute sulla spesa pubblica e sulla pressione fiscale.

Sulle difficoltà di accesso al credito si è sottolineato ancora una volta la necessità di incrementare e semplificare l’erogazione di fondi bancari, mentre sulla riforma dei contratti lo scenario rimane complesso, con la spaccatura tra i sindacati sull’accordo quadro e l’invito alla Cgil da parte di Confindustria – anche dal palco della congresso della Cisl – di ritornare sui propri passi.