Le tante aspettative sullo Small Business Act rischiano di restare deluse. Secondo un recente studio realizzato dall’Ueapme – associazione che rappresenta le piccole e medie imprese europee a Bruxelles – i risultati ottenuti dalle iniziative e dalle decisioni politiche intraprese da governi e istituzioni europee per sostenere il principio dell’imprenditorialità sancito dallo SBA non sarebbero affatto soddisfacenti.
L’indagine “Think Small Test and SBA Implementation Scoreboard” ha analizzato il grado di attuazione degli impegni assunti da da 18 Stati membri – Ue a Quindici più Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia – e se questo ha implicato uno stato di miglioramento o meno per le loro piccole e medie imprese.
Poche iniziative da parte di Ue e Stati membri, e amministrazioni poco attive nel realizzare i principi dello Small Business Act: questo, in sintesi, quanto emerso dallo studio.
In particolare si è riscontrata una tendenza generale a promuovere iniziative legate a internazionalizzazione d’impresa e innovazione, e una certa carenza di strumenti legali messi a disposizione dei piccoli imprenditori per compensare rapidamente eventuali insolvenze (politica della “seconda chance”) e per accedere agli appalti pubblici.
Il risultato è un grande interesse da parte dei governi europei ma scarsi miglioramenti reali per le imprese europee. Lo studio ha quindi evidenziato come, per ottenere il successo sperato, una politica sulle Pmi, deve fondarsi su una solida conoscenza delle stesse e delle loro necessità.
L’indice di attuazione medio europeo degli impegni assunti con lo SBA è del 48% con punte di eccellenza nella Repubblica Ceca, Danimarca e Regno Unito, ed un’Italia appena sotto la media (45,7%).
In conclusione, come affermato dallo stesso direttore dell’unità di ricerca Ueapme Gerhard Huemer, è necessaria più collaborazione tra politica e imprenditoria per comprendere quali siano le misure più giuste da adottare perchè le Pmi europee ottengano dei benefici concreti dallo SBA e vengano evitate azioni troppo lente o inefficienti che finirebbero solo per danneggiare una situazione come quella delle Pmi europee già delicata a causa della crisi.