Le Reti di imprese sono sempre più diffuse in Italia: da marzo 2010 ad oggi sono stati firmati 200 contratti di rete da quasi mille aziende attive in tutte le regioni italiane.
Un risultato registrato da Unioncamere e quasi insperato, secondo le stime di Confindustria infatti il traguardo dei duecento contratti di rete era previsto per maggio 2012.
Alla spinta delle Pmi verso le Reti di imprese ha sicuramente contribuito l’attuale crisi economica.
I contratti di rete consentono infatti anche alle micro e piccole imprese, appartenenti a tutti i settori, di raggiungere masse critiche per diventare competitive sui mercati, anche internazionali, al pari delle aziende di dimensioni maggiori.
Soddisfatta del risultato ottenuto in così poco tempo la presidente degli industriali Emma Marcegaglia: che sottolinea come questo rappresenti un «segnale che le imprese vogliono reagire e che è possibile restituire vitalità al nostro sistema economico. Ora è necessario non fermarsi ma continuare a lavorare per rendere strutturale il contratto di rete».
Uno strumento che deve diventare «ancora di più questo strumento a misura d’impresa» e per fare ciò, ha dichiarato Marcegaglia, è necessario semplificare le procedure e gli aspetti tributari, promuovere l’inclusione delle aziende estere nelle reti di imprese e agevolare la partecipazione delle reti agli appalti pubblici.
Sostenere le Reti di imprese vuol dire permettere alle Pmi di godere dei benefici che queste portano ai bilanci delle imprese coinvolte in termini di incrementi di fatturato e di migliori margini.
Ne è convinto anche il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera che, a margine dell’Assemblea Nazionale della CNA, ha definito reti di impresa e internazionalizzazione come prossime priorità: «Le reti di impresa sono uno strumento che considero abbia forti potenzialità per la crescita e la competitività dell’Italia. L’impegno del Ministro sarà volto a «potenziarle e renderle sempre più efficaci».