Confermando le anticipazioni del Ministro dell’economia Giulio Tremonti rilasciate ieri nel corso del Credit and Liquidity Day, sono in arrivo dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) fino a 8 miliardi da sfuttare come canale di credito per le Pmi.
Controllata dal MEF e partecipata da Fondazioni bancarie, la Cdp cambierà Statuto ad aprile, proprio per potersi fare veicolo dei nuovi strumenti anticrisi mesi in atto dal Governo.
In primis, i finanziamenti indiretti da destinare alle piccole e medie imprese per tramite del sistema bancario: per poter fruire del credito da restituire entro cinque anni, il meccanismo prevede per le banche il vincolo a finanziare le Pmi.
Il pacchetto di interventi anti-crisi per le Pmi dovrebbe raggiungere quota 16 milirdi così raccolti: 8 miliardi di risorse provenienti dal risparmio postale; 6 miliardi dai Fondi rotativi; 2 miliardi per la gestione ordinaria, con linee di credito da accendere presso la Bei.
Ed è proprio il modello-Bei quello da cui si trae ispirazione (finanziamento indiretto intermediato dal sistema bancario) e si fonderà su una convenzione quadro tra Cassa e Abi: per ciascuna banca si fisseranno i singoli plafond in funzione delle relative quote di mercato; le istruttorie creditizie saranno a carico degli istituti stessi, che si assumeranno “i rischi” in virtù del prestito agevolato ricevuto dalla Cdp.
Quali i tempi previsti per l’iter di attuazione di questao nuovo meccanismo? Per prima cosa lo specifico emendamento AC 2187 del decreto incentivi dovrà divenire legge (voto previsto per il 10 aprile). Nel frattempo, dovrà essere portato a termine sia il cambio di Statuto atto a recepire i criteri del decreto ministeriale attuativo che quelli dell’emendamento (il tutto, è previsto entro fine aprile). Infine, per attivare le linee di credito alle Pmi dovrà essere siglato il protocollo tra Cdp e ABI.