Presentato ieri a Roma l’VIII Rapporto dell’Ufficio Studi di Mediobanca in collaborazione con il Centro Studi Unioncamere sui bilanci delle medie imprese manifatturiere italiane.
Più di 4mila imprese in tutta Italia (4.226 le società individuate) che, per uscire dalla crisi, da quanto emerso dall’indagine punteranno su qualità, innovazione, riconoscibilità e prezzi più contenuti.
La crisi c’è e si fa sentire, quindi: il 37,9% delle medie imprese coinvolte nel survey hanno dichiarato di aver subito nel 2008 un calo del fatturato. Altrettante (38,9%), però, dichiarano di aver registrato un aumento.
Più critica la situazione nel 2009: il 67% circa si attende una contrazione di produzione e giro d’affari. Solo uno scarso 7% prevede un incremento del turnover.
In generale, tuttavia, le medie imprese industriali italiane non sembrano demoralizzate dalla difficile situazione e si rimboccano le maniche, puntando allo sviluppo di nuovi prodotti nel 45% dei casi, e nella ricerca di nuovi mercati nel 27,9%.
Questa tipologia di imprese ha sempre mostrato una redditività positiva: gli indicatori hanno registrato un incremento del loro fatturato pari a +64,2% tra il 1997-2006, dell’80,7% per le esportazioni, del 42,6% per il valore aggiunto e del 17,1% dei dipendenti.
Risulta, invece, lievemente peggiorata la loro solidità patrimoniale, con una frazione di imprese che ricade nella classe investment grade, scesa dal 60,4% al 52,1%.
Il periodo 1998-2006 ha visto un incremento di 850 unità (+25,9%) per le medie imprese, soprattutto nel Centro Sud e Isole d’Italia (+61,6%), seguite da Nord-Est Centro (+29,8%) e Nord-Ovest (+15,2%) che detengono la concentrazione più alta.
Nel loro complesso, ricordiamo, le medie imprese industriali italiane, rappresentano l’8% del prodotto nazionale. Una leva da potenziare e sostenere.