Sempre più preoccupante la situazione delle Pmi italiane, che secondo il Centro Studi Confindustria, subiscono duramente gli effetti dell’attuale stretta sul credito.
Il 9,9% delle imprese italiane (una su dieci) afferma di avere difficoltà a ottenere finanziamenti, e di conseguenza si trova ostacolata nel proseguire la propria attività.
Nonostante da dicembre a gennaio i prestiti alle imprese abbiano fatto registrare un aumento di + 0,2%, la crescita anno su anno mostra una tendenza di rallentamento pari al 6,4% che non presagisce nulla di buono, seppur migliore del 6,8% di dicembre e del 12,8% del gennaio 2008.
Migliori le notizie legate alla qualità del credito in Italia: le sofferenze bancarie relative alle imprese sono passate infatti dal 4,8% dei prestiti di inizio 2007 al 3,8% (36,3 miliardi) di dicembre 2008.
Un dato che, però, non riesce a compensare l’aumento del rischio insolvenza e il tasso di decadimento – rapporto tra nuove sofferenze e totale dei prestiti in sofferenza a inizio periodo – conseguente alla crisi, una percentuale oggi pari al 0,31%, contro lo 0,24% di marzo 2007.
Scendono invece i tassi di interesse pagati dalle imprese, anche se in quota minore per le Pmi, passati dal 6,5% di ottobre all’attuale 4,6%.
Tra i dati che preoccupano l’organizzazione degli imprenditori, la crescita esponenziale delle imprese italiane che ricorrono alla Cassa integrazione, vicina ai massimi storici del 1993.