Secondo la Commissione Ue le donne che lavorano in ambito Information Technology sono ancora poche: meno di 1/5 rispetto ai colleghi informatici di sesso maschile.
A tal fine, ha avviato una campagna di promozione per sostenere le assunzioni rosa nelle aziende IT, presentando ieri il “Codice di Best Practices per le donne nell’ICT“, nel corso della Conferenza “Cyberellas are IT!“.
Nell’ambito della campagna IT Girls, “carriere importanti per donne importanti”, il Codice si prefigge non solo di rendere il settore ICT più appetibile per le professionalità femminili, ma anche di promuovere la creazione di quote rosa rendendo al contempo le assunzioni più stabili e più sicuri i posti di lavoro già occupati della donne all’interno nel settore.
Sono numerose le buone regole di incoraggiamento suggerite dal Codice, tra cui: stituzione di orari più flessibili, possibilità di usufruire del telelavoro, programmi di tutoraggio durante il congedo di maternità e contributi alle spese per asilo e baby sitter.
Secondo Viviane Reding, Commissario Ue alla Società dell’informazione e Media, si tratta solo del primo passo verso una maggior attenzione nei confronti del binomio donne e ICT, che servirà a soddisfare la carenza di epserti richiesti in ambito comunitario: entro il 2010, ad esempio, la domanda di ingegneri supererà l’offerta.
Eppure, il potenziale femminile in questo settore non va sottovalutato nel far fronte alla crescente domanda da parte delle imprese, soprattutto alla luce dei trend attuali: basti pensare ai 2.800 esperti attualmente richiesti in Italia o ai 41.000 e 87.700 di Spagna e Germania.
Ad oggi, intanto, sono cinque le grandi compagnie europee e multinazionali del settore dell’Information and Communication Technology ad aver sottoscritto il codice: Alcatel-Lucent, IMEC, Orange-France Telecom, Microsoft e Motorola. Mai più Cenerentole dell’IT?