Promuovere la creazione di una “tessera professionale europea” che tenga traccia della carriera dei professionisti e ne agevoli la mobilità all’interno della Comunità: questa la proposta in discussione al Parlamento Europeo, che ha approvato la relazione di Charlotte Cederschiöld con 607 voti favorevoli. Obiettivo, stimolare la mobilità nella Ue, ancora troppo bassa: solo il 4% ha vissuto o lavorato in un altro Stato Membro e circa il 2% lo fa attualmente. Tra gli ostacoli, il mancato riconoscimento delle qualifiche professionali richieste per esercitare una professione regolamentata.Il passaporto professionale servirebbe dunque a promuovere i servizi transfrontalieri fornendo indicazioni su identità e qualifiche del professionista, riducendo oneri amministrativi e costi e incentivando la fornitura di servizi temporanei. Sarebbero inoltre semplificate le assunzioni da parte dei datori di lavoro nella Ue, che avrebbero a disposizione maggiori dati sui candidati grazie ad uno scambio più veloce di informazioni tra Stati Membri. Un vantaggio che potrebbe essere sentito non solo dalle professioni già regolamentate e armonizzate, come gli avvocati o i medici. Per quelle che ancora non lo sono, la tessera professionale europea assumerebbe un’importante funzione informativa. La caratteristica primaria della tessera professionale europea dovrebbe essere la semplicità, così da evitare nuovi oneri burocratici. Dunque il Parlamento si dichiara favorevole a sostenere le varie iniziative in ambito Ue che stimolino la mobilità geografica ed occupazionale, migliorando la trasparenza, il riconoscimento e la comparabilità delle qualifiche (come previsto dalla direttiva 2005/36/CE), sempre nel rispetto della privacy dei consumatori.
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