Su 1.600 aziende italiane coinvolte nel terzo Rapporto Nazionale “Sussidiarietà e Piccole e Medie Imprese“, la maggior parte (54,5%) chiedono meno pressione fiscale e burocrazia per riuscire a fronteggiare la crisi economica.
Queste le misure principali – di è discusso al convegno “Quale strada per affrontare la crisi economica” in occasione della presentazione del Rapporto 2009 a cura della Fondazione Sussidiarietà – che le Pmi mi chiedono al Governo.
A chiedere semplificazione amministrativa e riduzione degli oneri fiscali sono il 50,2% delle piccole imprese italiane e il 71,1% delle medie imprese.
Ad esse si aggiunge anche la contrattazione salariale decentrata (36% favorevoli, 58% “abbastanza d’accordo”). Una necessità, il decentramento, avvertita maggiormente tra le imprese del Nord-Est (42%) e del Centro Italia (43%) e soprattutto tra le medie imprese (61%) piuttosto che tra le piccole (50%).
Per superare la recessione è importante poter rimanere competitivi, ma per farlo bisogna godere di maggiore libertà di mercato e investire in sviluppo. La maggior parte delle Pmi (97%) è convinta del potenziale ritorno sugli investimenti in risorse umane e quasi la metà (43%) è disposta a puntarvi scommettendo su capacità e skills, pur di incrementare i profitti.
Purtroppo gli ostacoli all’attività imprenditoriale ci sono e sono avvertiti pesantemente dalle nostre Pmi, soprattutto al Nord (80%) e soprattutto in termini di mancanza di liberalizzazione (85%).
Le soluzioni? Non solo meno balzelli e limitazioni burocratiche ma anche maggiore collaborazione tra imprenditori e lavoratori, credendo soprattutto sul valore produttivo degli investimenti in ricerca e sviluppo, senza escludere le partnership con aziende competitor.
Il 95% delle Pmi, infine, si sente in linea con gli obiettivi dei dipendenti tanto che la quasi totalità delle aziende italiane è convinta che per rilanciare l’economia e tornare produttivi sia ancor meglio investire nelle proprie risorse interne piuttosto che ricevere solo incentivi fiscali.