Sei un professionista IT in ricerca di lavoro? Da InfoWorld un vademecum per evitare gli errori più comuni quando si presenta un curriculum vitae.
Per sconfiggere gli spettri della crisi – da cui non si salva neppure l’Information Technology – bisogna mostrarsi meritevoli di un’opportunità agli occhi del potenziale datore di lavoro in fase di recruitment.
Primo: eliminare i dettagli. Il problema fondamentale dei CV tecnici è la dovizia di particolari su specializzazioni ed esperienze. Per essere incisivi, massimo due/tre pagine. Il dono della sintesi è già un punto a proprio favore.
Secondo: abolire gli obiettivi. Alle aziende non interessa, meglio riassumere le proprie competenze con un breve elenco puntato evitando termini generici come “project management,” “sales support,” “leadership,” “team player,” “problem solver,” ,”excellent communication skills”, ecc.
Terzo: inserire nel CV parole chiave e acronimi, pensando prorpio alla specifica posizione per la quale ci si propone.
Questo è utile per essere “trovati” in rete dai reclutatori tramite motori di ricerca.
Quarto: evidenziare titoli e certificazioni. Per non essere scremati subito, è bene fornire ai reclutatori dei dati certi (le certificazioni) che li aiuti a tenervi da subito in considerazione. Tra le più apprezzate, quelle in tema di sicurezza.
Quinto: bilanciare tecnologia e business. Una prima descrizione del lavoro dovrebbe iniziare con una dichiarazione generale simile ad un punto di sintesi. Il lavoro precedente più recente dovrebbe contenere maggiori dettagli, mentre per i più datati basta solo il nome della società e il ruolo occupato.
Altri consigli: assicurarsi di inserire il proprio nome e numeri di pagina ed evitare la prima persona. Infine, che sia giusto o sbagliato, spesso si presta attenzione al formato del documento e al dominio della posta elettronica: si consigliano Microsoft Word, Gmail o Yahoo!.