A rischio chiusura 4.117.500 microimprese con meno di 10 dipendenti, per un totale di 7.918.200 addetti (47,7% del totale) se non verranno modificati i parametri degli studi di settore 2009
Considerando che le microimprese rappresentano in Italia circa il 95% del totale delle aziende attive, il 29% del fatturato e quasi il 34% del valore aggiunto nazionale, è facile comprendere l’importanza dell’allarme lanciato da Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre.
In ballo ci sarebbe l’80% dei nuovi posti di lavoro che si sono creati quest’anno in Italia – 89.570 in aziende da 1 a 9 addetti contro i 110mila totali, stando all’elaborazione di Cgia nel 2008 – a fronte del deciso ridimensionamento che sono destinate a subire le aziende con meno di 10 addetti se non si modificheranno gli studi di settore.
Attualmente le microimprese sono costrette a pagare anche quel che non hanno guadagnato. Un’intervento da parte del Governo sugli studi di settore risulta, a fronte dell’aggravarsi della crisi negli ultimi mesi, assolutamente urgente secondo la Cgia di Mestre.
La situazione sarebbe poi (e non è una novità) più grave al Sud, che accuserebbe maggiormente l’aumento delle tasse non supportato da un adeguato livello della domanda, attualmente pericolosamente in calo.