Secondo l’ultima indagine congiunturale condotta da Federlazio Frosinone su un campione di 100 piccole e medie imprese sarebbe confermata la forte preoccupazione nei confronti di una futura restrizione del credito a fronte del continuo aggravarsi della situazione economica-finanziaria.
Per il 65,7% degli intervistati il rischio maggiore deriva dal rallentamento dell’economia nazionale ed internazionale, il 68% si preoccupa per l’accesso al credito, il 40% per la gestione dei crediti.
Relativamente alle criticità che i piccoli imprenditori incontrano nei rapporti con le banche, la maggior parte (54,29%) dichiara difficoltà nella richiesta di aumenti di fidi, i restanti si dividono tra quelle legate all’aumento del costo del denaro (sia per la gestione che per le commissioni), al costo dei finanziamenti e alla richiesta di maggiori garanzie.
Infine, il 17,1% ritiene elevato il rischio legato alla riduzione degli affidamenti in essere, medio elevato invece quello inerente i ritardi nella concessione del credito per nuova liquidità.
Ancora più difficili i rapporti tra banche e imprese in caso di istituti di credito nazionali, rispetto a quelli locali. Questi ultimi sarebbero più vicini alle aziende, garantendo una conoscenza più diretta del territorio.
Ma quali sono le iniziative che secondo le Pmi italiane dovrebbero essere adottate per riuscire a far fronte al difficile momento? Il 95,7% mette al primo posto la detassazione degli utili reinvestiti, il 91,4% la riduzione delle tasse, l’81% la ricapitalizzazione delle imprese e l’80% il rafforzamento dei Confidi.