Nel 2006 il Lazio è stata la regione con il più alto tasso di crescita del numero di imprese.
Lo rivela Unioncamere, che ha reso noto i risultati dell’indagine annuale “Movimprese” sulla natalità e mortalità delle aziende, utilizzando i dati presenti negli archivi delle Camere di Commercio italiane.
In realtà, la crescita del numero delle imprese procede ad un ritmo più contenuto rispetto al 2005 con un incremento del +1,21% rispetto all’1,61% dell’anno precedente. In particolare, a livello territoriale è il Lazio la regione che presenta la crescita più elevata registrando un incremento del +2,4%, soprattutto grazie alle imprese presenti nella Capitale, seguito dalla Lombardia (con un +1,56%).
Il buon andamento delle costruzioni e dei servizi alle imprese, unite alla vivacità imprenditoriale degli extracomunitari ha reso possibile un bilancio, ad ogni modo, positivo. Per quanto riguarda il ruolo svolto dagli immigati, è ancora il Lazio la regione in cui si registra una spiccata voglia di intraprendere una nuova attività imprenditoriale. Se si considera, poi, il periodo che va dal 2001 al 2006, a Roma le imprese appartenenti agli extracomunitari hanno conosciuto un incremento del 146%, con una situazione attuale in cui un imprenditore su dieci è immigrato.
«La vitalità del sistema imprenditoriale italiano va assecondata e favorita, soprattutto in questa fase di profondo cambiamento della struttura imprenditoriale. Dobbiamo al coraggio di chi fa impresa se il nostro Pil è tornato a crescere a ritmi più vicini a quelli degli altri competitor europei», così ha commentato Andrea Mondello, presidente di Unioncamere.