Diffusi oggi i dati ISTAT sul livello di innovazione registrato dalle imprese italiane, nell’ambito dell’indagine europea sull’innovazione nei paesi Ue (CIS – Community Innovation Survey).
Il 27% delle imprese in Italia, nel triennio 2004-2006, ha introdotto in azienda o sul mercato innovazioni di prodotto o processo.
La percentuale scende al di sotto del 25% nel caso delle Pmi con meno di 50 addetti, per questa categoria con investimenti inferiori al 20% della spesa complessiva, che risulta globalmente in calo del 5% rispetto alle rilevazioni 2004.
Il rapporto ISTAT Innovazione nelle imprese italiane si basa sulla valutazione delle attività innovative di un campione di 17mila aziende dai dieci addetti in su, e si articola su tre comparti d’analisi: piccole e medie imprese ed esercizio di arti e professioni; sistema dei conti delle imprese; Intermediazione monetaria e finanziaria e Assicurazioni.
Il rapporto restituisce perciò sia dati classificati per settore di attività economica che per dimensione aziendale. Le imprese più innovatrici sono state quelle del settore Industria (36,3%), seguite da Costruzioni (17,3) e Servizi (21,3%). In particolare, su un ammontare complessivo di quasi 29 miliardi di euro spesi dalle nostre aziende, oltre il 60% riguarda proprio il comparto Industria.
Le innovazioni avvengono soprattutto a livello di innovazione di processo (50,5%) mentre nel 35,2% dei casi tali attività si estendono anche al prodotto, su cui si concentra in esclusiva il 14,3% delle imprese italiane.
Interessante la valutazione ISTAT sul grado di novità e originalità delle innovazioni di prodotto introdotte: nuovi in assoluto o nuovi per l’impresa. Il 6,9% delle imprese italiane (il 25,4% di quelle che innovano) ha lanciato sul mercato novità assolute, e di queste il 5,6% proveniva da Pmi con meno di 50 addetti (22,4% tra le aziende innovative).