Una recente ricerca condotta da Accenture – la nota azienda globale di consulenza direzionale, system integration & technology e servizi alle imprese – ha rilevato quanto siano elevati i costi che i rivenditori europei devono sostenere per i prodotti resi: ben 7,3 mld di euro nel 2007.
La cifra comprende test, riparazioni, re-imballaggio e rivendita, e riguarda soprattutto prodotti tecnologicamente complessi, quali Pc, laptop, cellulari, lettori Mp3, Gps e DVD player.
È di circa il 4% la percentuale di prodotti che viene resa, circa tre acquistati in punti di vendita al dettaglio, mentre il 16% online.
Sembra però che il 15-20% dei prodotti resi siano risultati esenti da danneggiamenti o malfunzionamenti una volta testati. Solo il 5% – affermano i rivenditori e i produttori – dei prodotti risultano realmente essere danneggiati o non funzionanti al momento dell’acquisto.
Ma i resi non sono controproducenti solo per i rivenditori: a pagarne le spese indirette è anche la marca del prodotto. Infatti il 30% dei consumatori ritiene che difficilmente acquisterà un prodotto della stessa marca di quello appena reso.
Tra le principali motivazioni dei resi, il malfunzionamento durante l’uso (44%), il funzionamento diverso da come ci si aspettava (28%), i prodotti danneggiati o rotti al momento dell’apertura (20%) e, per un 6% di clienti, il pentimento sull’acquisto.