Sono stati resi noti i dati dell’indagine Gidp-Hrda – l’Associazione dei direttori delle risorse umane che riunisce 2.050 manager delle HR – sui neolaureati italiani e sul loro inserimento nel mondo del lavoro.
Condotta tramite il questionario “Neolaureati 2008” sottoposto a un campione mirato di 129 direttori del personale di altrettante società, il survey si è focalizzato sulle retribuzioni che, stando a Paolo Citterio, Presidente nazionale e fondatore di Gidp-Hrda, non sarebbero affatto le più basse d’Europa.
Ecco le cifre: i neolaureati assunti con un contratto da metalmeccanico hanno una retribuzione d’ingresso di 21.345,82 euro, che sale a 28.602,7 in tre anni. Quelli assunti con il contratto del credito già in partenza portano a casa ben 24.572,77 euro, per arrivare molto vicini ai 30mila euro dopo 36 mesi, quando di euro ne guadagnano in un anno 29.278,77.
I più gettonati sono ancora i dottori in Ingegneria ed Economia , mentre i laureati in giurisprudenza si collocano al terzo posto.
Il recruitment , che ha un costo compreso fra i 5mila e i 10mila euro per il 24% delle imprese e impegna il 46,3% delle aziende per un periodo che va da uno a tre mesi, viene effettuato principalmente attraverso ilcanale online. Particolarmente apprezzati sono i servizi “placement” delle Università, che raccolgono il 48% delle preferenze.
Per superare le selezioni è preferibile avere una laurea specialistica nel curriculum (46%), meglio se conseguita nei tempi previsti dal piano di studi (49%) e anche un buon voto di laurea è un elemento che fa la differenza, secondo quanto dichiarato dal 59% delle imprese.
I difetti dei neolaureati italiani? Secondo l’indagine, i giovani sarebbero in deficit in fatto di flessibilità e capacità di adattamento (“mancanza” segnalata dal 25% delle realtà campionate), competenze applicative (13%), intraprendenza (12%), doti relazionali (8,5%) e comportamentali (7,7%).