I dati Istat sulla produzione industriale di gennaio 2017 hanno fatto registrare un calo del 2,3 per cento, ossia un più 1,4 per cento rispetto al mese di dicembre 2016 e un meno 0,5 per cento su base annua. Secondo l’Istat si tratta del calo della produzione industriale più basso degli ultimi cinque anni, ossia da gennaio 2012, anno in cui la produzione fece registrare un crollo del 2,8 per cento. I dati appena resi noti, tra l’altro, sono ben al di sotto delle aspettative che gli analisti avevano tracciato.
Unico settore in cui tale calo non è avvenuto è quello dell’energia, che ha invece fatto segnare un più 3,1 per cento. Calano invece i settori della produzione industriale legati ai beni strumentali (meno 5,3 per cento), ai beni intermedi (meno 3,4 per cento) e ai beni di consumo (meno 1, 6 per cento).
Anche nel settore delle attività economiche a far registrare l’incremento maggiore sono la fornitura energetica, gas, vapore e aria (più 17,1 per cento), seguiti da prodotti farmaceutici e preparati farmaceutici (più 12,7 per cento) e dalla fabbricazione di prodotti chimici (più 2,1 per cento). A subire invece il calo principali sono stati i settori delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (meno 9,5 per cento), dell’industria del legno, della carta e stampa (meno 8,5 per cento) e dell’attività estrattiva (meno 5,9 per cento).
Per quanto riguarda il settore delle esportazioni, è soprattutto il Meridione del Paese a farla da padrone. Quest’ultimo fa infatti registrare un aumento dell’1,2 per cento, con la Basilicata in testa, e con le isole che non riescono ad accodarsi al trend positivo e sono le uniche i cui dati appaiono al negativo. Ottimi dati anche per l’Italia centrale mentre il Nord appare sostanzialmente stabile.