Torna al,la ribalta il noto Rapporto Aho, in tema di competitività ICT e Ricerca Hi-Tech nell’Unione Europea: negli ultimi anni, sono stati raggiunti risultati incoraggianti per la crescita economica ed industriale, anche in virtù dei numerosi ambiti applicativi. Ma l’Europa non deve cedere il passo a Usa ed Oriente.
È quanto emerge dal rapporto indipendente, diretto dall’ex primo ministro finlandese Esko Aho, e focalizzato sull’analisi dello scenario R&S in ambito europeo, tornato sotto i riflettori in occasione del dibattito europeo su fondi e progetti di ricerca portato avanti dal Commissari Viviane Reding.
Ora, però, bisogna stringere i tempi e allinearsi a tecnologie e strategie più innovative applicate Oltreoceano, del mondo, per non rendere vani sforzi e investimenti. Questa la sintesi delle valutazioni.
In particolare, il contesto di riferimento è quello del VI Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, oggi sostituito dal VII Programma Quadro (2007-2013): Costruire l’Europa della conoscenza.
Nel programma sono stati investiti tra il 2003 e il 2006 oltre 4 miliardi di euro in ricerca e innovazione, oltre ai 100 miliardi di euro investiti dagli Stati Membri e dai privati.
A questo punto è necessario, secondo la Reding e sulla base delle indicazioni di Aho, far fruttare questi investimenti «in termini di crescita, occupazione e innovazione senza soffocare la ricerca tecnologica dalla burocrazia, dalla mancanza di capitale di rischio o da una mentalità ostile sia a livello sia nazionale che europeo».
Si attende, quindi, uno sviluppo dei temi emersi in questo rapporto, partendo già dai prossimi incontri dei vertici europei e con la speranza che già in autunno venga intrapresa la strada giusta.