Burocrazia e Pmi: costi per 14,9 mld

di Alessandra Gualtieri

12 Giugno 2008 17:00

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I costi della burocrazia per le imprese italiane ammontano a 14,9 mld di euro. Un deterrente insostenibile per la competitività

Costi della burocrazia sotto accusa: non si placa infatti la polemica sui dati della Relazione annuale di Bankitalia e della classifica della Banca Mondiale, che colloca l’Italia al 53° posto (su 178) tra i Paesi in cui è più facile fare impresa e che conferma i dati del Ministero per le Riforme nella PA sui costi burocratici sostenuti dalle Pmi.

«Siamo il Paese europeo a più alto tasso burocratico, dove è stabile una vera e propria diseconomia dell’adempimento, che alle microimprese costa 11,4 miliardi l’anno in oneri».
Aspra la denuncia di Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato.

Le dichiarazioni fanno eco a quelle del presidente di Unioncamere, Andrea Mondello: «In Italia dare vita ad un’attività imprenditoriale è, in sè, un’impresa!»

Per superare i vincoli al libero sviluppo imprenditoriale (14,9 mld di euro l’anno, pari all’1% del PIL, ossia circa 12mila euro a impresa), Confartigianato propone di perseverare sulla strada della “deregulation” per snellire gli iter normativi e rendere più flessibile il mercato.

Gli oneri burocratici che affliggono le aziende italiane – soprattutto a scapito delle microimprese e delle Pmi in generale – sono frutto di un ambiente formativo e amministrativo che non facilita affatto l’attività di impresa, denuncia Unioncamere, che ricorda, inoltre, come il numero di norme vigenti in Italia ammonta a 21.691 contro le 9.837 della Francia e le 4.547 della Germania.