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Lo sviluppo e il dispiego delle nuove tecnologie consentono oggi di generare e trasmettere ogni giorno una grande quantità di informazioni e documenti informatici. Tuttavia, spesso, tali processi generano delle criticità tecnico-organizzative, legate alle politiche di conservazione, ricerca e successivo utilizzo dei dati stessi.
Stiamo parlando della ben nota questione della conservazione della memoria digitale, che rappresenta un importante obiettivo da perseguire sotto molteplici punti di vista e che è stata al centro del dibattito nel corso del convegno OMAT 2008, tenutosi a Milano nei giorni scorsi.
Da una parte, è emersa la necessità di un contributo tecnologico che sia in grado di garantire la conservazione a lungo termine delle informazioni ed una sua efficace ricerca. È fondamentale che venga consolidato un meccanismo di archiviazione valido, perciò, che non vada a intaccare la natura dell’oggetto memorizzato e ne permetta una futura rilettura digitale.
Anche le aziende devono prepararsi a questa fase di cambiamento nel concepire e gestire le informazioni, e comprendere come questo adeguamento possa influenzare il proprio business e avere un impatto diretto anche sulle professionalità.
Dal punto di vista normativo, poi, nonostante i recenti obblighi in tema di archiviazione e tutela dei documenti digitali – ad esempio la fatturazione elettronica – appare chiaro che l’apparato normativo vigente non consente di definire in modo univoco come i dati e le informazioni debbano essere trattati.