Innovazione: istituzioni e imprese a confronto

di Alessandra Gualtieri

5 Febbraio 2008 12:30

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Tecnologie e servizi ICT? Indietro del 20% rispetto al resto d'Europa. Il punto al Convegno Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici

Dalle imprese dell’innovazione, le proposte per rimettere in corsa l’Italia: questo il tema di fondo della Prima Conferenza Nazionale dei Servizi Innovativi e Tecnologici, organizzata da Confindustria SI e svoltasi ieri a Milano, alla presenza di importanti decisori politici, esponenti istituzionali e protagonisti del mondo d’impresa.

Occasione del Convegno, analizzare i dati del primo studio sui Servizi ICT nel mercato italiano ed internazionale, per comprendere quali strategie e quali priorità adottare al fine di sostenere l’imprenditorialità del Paese e rendere le imprese che operano nel campo delle nuove tecnologie – offrendo servizi e soluzioni B2B e B2C – ancora più competitive, non solo all’estero ma anche dentro i confini nazionali.

Un panorama vasto e articolato che abbraccia una miriade di sotto-settori industriali legati alle nuove tecnologie, come lo stesso Alberto Tripi, presidente di Confindustria SI, ha voluto ricordare: servizi di ingegneria, consulenza direzionale e tecnica, Internet, qualità, radiofonia e televisione, ricerche e sondaggi, informatica, telecomunicazioni, applicazioni satellitari, comunicazione e marketing, contenuti digitali, e-media, formazione, ricerca e sviluppo, facility management e global services.

Eppure, nonstante questo comparto esprima oggi il 13% del Pil del Paese, impegnando 2,5 milioni di addetti in un milione di imprese, sembra ancora latitante una vera politica di sostegno e sviluppo dei Servizi innovativi e tecnologici, che dia merito al settore con i più elevati ritmi di crescita (50%), occupazione (24%) e investimenti (52%) degli ultimi cinque anni.

Forte il grido d’allarme lanciato di Tripi, che ha esposto il punto di vista delle migliaia di imprese dell’ICT e del Terziario Avanzato raggruppate nell’associazione. In confronto al resto d’Europa, Tripi ha infatti lamentato la scarsa valorizzazione del vero tessuto produttivo del nostro Paese, quelle imprese innovative che sono il vero potenziale di rilancio economico.

«Per ogni punto percentuale di Pil prodotto, quello italiano contiene in media il 20% in meno di innovazione, istruzione, ricerca e sviluppo, conoscenza, rispetto a quello dei principali paesi europei», ha dichiarato Tripi.
Lo conferma il Cronometro dello Sviluppo, strumento a 13 variabili elaborato da Confindustria SI per misurare l’impatto dell’innovazione sul Pil.

Per porre rimedio ai ritardi, è stata presentata una Tabella di Corsa (piuttosto che di marcia), con 10 proposte per rilanciare la crescita e l’innovazione: liberalizzare i mercati, investire in conoscenze, modernizzare l’Amministrazione e le condizioni di lavoro nei nuovi mercati, promuovere l’innovazione e la flessibilità del mercato, puntare al digitale e alle infrastrutture IT, introdurre nuovi strumenti finanziari di accesso al credito, procedere all’equiparazione di oneri fiscali e tributari.