UK, attenzione alle competenze informatiche

di Paolo Iasevoli

14 Dicembre 2007 16:00

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Il monito arriva da Bill Gates in persona che, in un'intervista alla BBC, si rivolge alle imprese di Sua Maestà: le competenze IT dei dipendenti sono solo al settimo posto tra le priorità

Tra i “7 comandamenti” vigenti nelle imprese del Regno Unito la competenza informatica è all’ultimo posto. Male, molto male… parola di Bill Gates.

L’uomo più ricco del mondo ha usato parole decise nei confronti degli imprenditori britannici, accusati di tenere in scarsa considerazione una competenza che dovrebbe essere presente dai più bassi gradini dell’organizzazione fino ai vertici dirigenziali.

Al primo posto della classifica svetta la capacità di lavorare in gruppo, seguita dall’iniziativa personale e dalla capacità di problem solving. Nelle aziende di Sua Maestà sono particolarmente gradite anche un’ottima capacità di comunicazione verbale e di pianificazione, senza dimenticare la flessibilità.

Soltanto arrivati alla posizione numero 7 è possibile trovare le “IT skills”. La classifica è il risultato di una ricerca condotta dalla stessa Microsoft, che Mr Gates ha provveduto a commentare in un’intervista rilasciata alla BBC.

«Attualmente in quasi tutti i lavori le persone usano un software e lavorano con le informazioni, contribuendo ad aumentare l’efficienza della propria azienda», dice Gates, che evidenzia così un punto debole del sistema imprenditoriale della Gran Bretagna.

In realtà i sudditi di Sua Maestà avevano già preso coscienza di questo problema, se è vero che esattamente un anno fa è stata istituita la “Commission for Employment & Skills”, deputata alla valutazione delle competenze (non solo informatiche) dei lavoratori. I dati non sono molto confortanti, se è vero che quasi 7 milioni di adulti hanno una bassa alfabetizzazione informatica.

Come risolvere il problema? Il Governo britannico ha stanziato 20 milioni di sterline nei prossimi 3 anni per una campagna di sensibilizzazione e sta spingendo le imprese ad ascoltare i propri dipendenti nella scelta dei piani di formazione. L’obiettivo: eliminare lo skills shortage e diventare leader entro il 2020.