Le pensioni 2018 continueranno a essere pagate il primo giorno del mese slittando al giorno successivo solo in caso di festivi: un emendamento approvato alla Legge di Stabilità blocca la disposizione del 2015 che posticipava al secondo giorno bancabile del mese il pagamento delle prestazioni. Unica eccezione il mese di gennaio, in cui il pagamento slitterà di un giorno: quindi, il pagamento 2018 avverrà il 3 gennaio. La nuova norma approvata è strutturale, non sarà quindi necessario continuare a prorogarla.
Pensioni 2018
Si rinforza così il pacchetto pensioni nella manovra di Bilancio, che contiene una nutrita serie di misure fra cui lo slittamento a fine 2019 dell’APe volontaria (la misura non è partita per i ritardi attuativi) e l’esenzione di 15 categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose dallo scatto di cinque mesi dell’età pensionabile previsto nel 2019.
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Ampliata anche la platea degli aventi diritto all‘APe Social, inserendo i disoccupati per scadenza di contratto a termine e quattro nuove categorie di lavori gravosi (marittimi, pescatori, siderurgici, agricoli), prevedendo inoltre agevolazioni per le donne con figli, con uno sconto contributivo di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
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La RITA, rendita integrativa anticipata, viene estesa a tutti i lavoratori a cui mancano cinque anni alla pensione (sganciando quindi i requisiti da quelli necessari per l’APe volontaria).
Ampliato l’esodo per la pensione previsto dalla Riforma Lavoro 2012, che diventa accessibile ai lavoratori a cui mancano sette anni alla pensione (prima il tetto era quattro anni). Niente da fare, invece, sul fronte di Opzione Donna ed Esodati.
Emendamenti bocciati
Non sono stati invece approvati gli emendamenti che prevedevano la possibilità di utilizzare l’Opzione Donna per la pensione anticipata alle lavoratrici che maturano il requisito entro il 2018 (resta la scadenza del 2015), né è passata la nuova operazione di salvaguardia Esodati, per tutelare i lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione in seguito all’entrata in vigore della Riforma Fornero che ha allungato l’età pensionabile, e non tutelati dalle precedenti operazioni di salvaguardia.