Nonostante le aziende pugliesi del comparto IT siano in crescita e disposte ad assumere risorse per il settore ricerca e sviluppo, la realtà locale si caratterizza per una costante fuga di talenti qualificati che si sposta nelle Regioni del Nord Italia.
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Sono informazioni che si evincono dalla prima ricerca condotta dall’Osservatorio IT del Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese, studio che mostra come questa categoria di imprese sia composta perlopiù da realtà produttrici di software e consulenti di informatica, con un fatturato 2016 pari a 340 milioni di euro (in crescita del 4,1% rispetto al 2015) realizzato per il 98% in Italia (per il 40% in Puglia).
A essere in crescita è anche il numero degli addetti, passati dai 4.400 circa del 2016 ai 5.000 dipendenti previsti entro il 2018. Le imprese cercano principalmente sviluppatori (analisti programmatori e specializzati per il web), ma non mancano le occasioni rivolte alle professioni legate alla cyber security.
Le realtà locali devono fronteggiare non solo la fuga dei cervelli ma l’esistenza di un netto gap tra le professionalità richieste e quelle fornite dai corsi di studio universitari pugliesi.
«Su questo fronte – spiega il presidente del Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese Salvatore Latronico – abbiamo intrapreso il dialogo con le università per migliorare i percorsi formativi e avere finalmente una maggiore aderenza tra domanda e offerta di lavoro. Inoltre abbiamo aperto un proficuo confronto con gli enti, sviluppato le interazioni delle aziende con centri di ricerca e università, promosso le collaborazioni tra imprese per divulgare le best practice aziendali e lavorare a un prodotto software di qualità».