Proseguono i lavori INPS sulle domande di ottava salvaguardia: il numero di pensioni liquidate sale a 7mila 600, su un totale di circa 14mila domande accolte. L’operazione era studiata per consentire l’accesso alla prestazione per 30.700 esodati ma i numeri indicano che le istanze considerate valide sono meno della metà rispetto alla platea individuata considerato che ci sono oltre 20mila domande respinte per mancanza dei requisiti previsti e che le richieste ancora giacenti si sono ridotte a 920. S
Dall’esame sull’ottava salvaguardia risulta pertanto un sottoutilizzo delle risorse stanziate, che potenzialmente potrebbero essere dirottate per dare vita ad una nona salvaguardia.
Nel corso dell’esame della manovra di Bilancio in Senato era stato presentato un emendamento in questo senso, che però non è passato.
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L’ottava salvaguardia, lo ricordiamo, ha spostato la decorrenza della pensione al gennaio 2018 o 2019: restano quindi fuori i lavoratori che avevano firmato accordi di incentivi all’esodo prima del 2012 ma che hanno una decorrenza della pensione successiva a quella prevista per rientrare nella platea di esodati.
Ecco perchè i comitati esodati (in piazza sabato 2 dicembre nell’ambito dello sciopero Cgil sulla Riforma Pensioni) chiedono una nuova salvaguardia per 6mila lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione dopo l’allungamento dell’età pensionabile stabilita dalla Riforma di fine 2011, che nono sono rientrati nelle precedenti operazioni di salvaguardia.
=> Ottava salvaguardia esodati
La Riforma Pensioni ha previsto nuovi strumenti di flessibilità in uscita, come l’Ape sociale o l’APe volontaria, che però non riescono ad assorbire la platea degli esodati ancora non tutelati.