E’ nella fase decisiva la trattativa Governo-sindacati sulle categoria di pensionati a cui riconoscere l’esenzione dagli aumenti dell’età pensionabile, che dal 2019 salirà di cinque mesi: entro il prossimo 13 novembre è previsto il termine del tavolo tecnico che deve arrivare a un accordo. Al momento, l’orientamento è quello di includere fra le attività esenti non solo i lavori gravosi individuati per APe sociale e pensione anticipata precoci, ma anche operai agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori.
=> Pensioni, niente aumento requisiti per i lavori gravosi
Diventano quindi 15 le categorie a cui non si applicherebbero gli scatti che innalzano l’età pensionabile: alle quattro sopra citate, si aggiungono gli 11 lavori gravosi previsti da Ape social e pensione precoci, ovvero:
- operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia, della manutenzione degli edifici;
- conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- conciatori di pelle e pellicce;
- macchinisti e personale viaggiante;
- camionisti;
- infermieri ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
- maestre d’asilo e di scuola materna;
- facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
- addetti a servizi di pulizia;
- operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
Quella appena illustrata è di fatto la proposta del Governo, mentre i sindacati continuano a chiedere di allargare ulteriormente le maglie.
Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 9 novembre. Si tratta di incontri tecnici, che devono mettere a punto il testo su cui poi si confronteranno, in via definitiva, i tre segretari generali Susanna Camusso (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl), e Carmelo Barbagallo (Uil) e i membri dell’Esecutivo, nel vertice fissato per lunedì 13.
Il punto è il seguente: dal 2019 salirà l’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni, e si innalza di cinque mesi anche il requisito per la pensione anticipata, che arriverà dunque a 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.
Il negoziato Governo-sindacati serve per individuare platee di lavoratori a cui non si applicherebbero questi aumenti, per cui l’età pensionabile resterebbe a 66 anni e sette mesi. Non è chiaro se lo stop agli adeguamenti riguardi anche l’innalzamento del requisito contributivo per la pensione anticipata.