L’INPS non ha ancora iniziato a pagare le prestazioni di APe Sociale e pensione anticipata precoci. E non è chiaro quando arriveranno i primi assegni. Certo è che si tratta di un ritardo: coloro che avevano presentato la domanda di APe unitamente a quella di certificazioni al diritto, avrebbero dovuto percepire il trattamento da novembre. Stesso discorso per coloro che, dopo l’esito positivo alla domanda presentata entro il 15 luglio, hanno inoltrato la seconda istanza, di APe o pensione precoci.
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Istanze entro novembre
E’ diverso il caso invece di chi ha presentato la domanda successivamente al 15 luglio 2017. Anche queste richieste vengono prese in considerazione, perché, come emerso dal monitoraggio INPS, ci sono ancora risorse disponibili, ma non hanno alcun impatto sulla lavorazione di quelle arrivate entro i termini stabiliti, e che in effetti sono state lavorate entro lo scorso 15 ottobre.
Ad ogni modo, fino al prossimo 30 novembre chi ha i requisiti o li matura entro fine dicembre può ancora presentare domanda Tutti coloro a cui è stato certificato il diritto di accesso all’Ape Sociale e alla pensione anticipata precoci percepiranno il trattamento (sempre che abbiano ancora i requisiti).
Riesame
Nel mese di ottobre si è inserito anche un nuovo elemento, per cui l’INPS sta riesaminando domande in un primo momento scartate, in considerazione di nuove direttive del ministero. Questo riesame riguarda coloro che hanno presentato domanda in quanto disoccupati, avendo però periodi lavorati nel trimestre successivo al termine degli ammortizzatori sociali. Le nuove istruzioni operative sono state fornite con il messaggio 4195 del 25 ottobre 2017, in base al quale eventuali rapporti di lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi, svolti dal richiedente nel periodo successivo alla conclusione della prestazioni di disoccupazione, non determinano il venir meno dello stato di disoccupazione.
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Tempistiche
Questo riesame non comporterà l’esaurimento delle risorse, quindi saranno lavorate anche le richieste presentate tra il 15 luglio e il 30 novembre. Questa novità giunta quasi in extremis potrebbe aver fatto accumulare dei ritardi procedurali, con effetto domino sulla data del pagamento delle prestazioni, ma non sulla decorrenza che rimane fissata dai termini di legge, comportando pertanto il versamento degli arretrati per gli aventi diritto. Quando inizieranno i pagamenti, dunque, comprenderanno anche gli arretrati maturati dalla data in cui l’assistito ha maturato il diritto, con retroattività massima fino al primo maggio 2017.