Internet è un ottimo strumento di marketing, ma può anche rivelarsi un’arma a doppio taglio. Deve essere per questo che varie aziende stanno iniziando a porre un freno alla voglie comunicative in Rete dei propri dipendenti (e non solo).
È il caso ad esempio di Whole Foods, ditta statunitense che di recente ha rilasciato un documento con una nuova linea guida per i dipendenti e i manager dell’impresa: divieto assoluto di parlare dell’azienda in blog, forum, chat e in ogni luogo pubblico che non sia controllabile dall’azienda stessa.
La pena? Il possibile licenziamento. Nessuno scampo: il divieto si estende infatti a ogni tipo di alias, nome finto o nickname utilizzabile in Rete.
A causare questo inasprimento delle regole il coinvolgimento di un pezzo grosso della stessa Whole Foods: il suo CEO. Che per anni aveva postato sotto pseudonimo su un forum Yahoo! decantando le lodi della propria azienda e gettando fango su una sua concorrente (in seguito acquisita). Un’azione che poteva causare al CEO il suo stesso posto.
Ma la scelta di Whole Foods potrebbe ispirare anche altre aziende, interessate a mettere un freno alle lingue lunghe dei propri dipendenti. Con buona pace di chi protesta per il mancato rispetto del diritto alla privacy.