Una delle misure a cui il Governo sta lavorando per correggere in corsa la Riforma Pensioni contenuta nella Legge di Stabilità 2017 è il potenziamento della RITA: la rendita integrativa temporanea anticipata permetterà (una volta entrata in vigore) di utilizzare il capitale come rendita a chi ha i requisiti per accedere all’APE volontaria. E’ aperto un tavolo di lavoro, ha spiegato Vincenzo Galasso, consigliere economico della Presidenza del Consiglio, per modificare questo strumento aumentandone la portata tramite una modifica dei requisiti:
«oggi bisogna essere a tre anni e sette mesi dalla pensione, stiamo lavorando per aumentare questo numero di anni».
Nuovi requisiti RITA
Secondo Alberto Brambilla, presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, l’ipotesi più probabile è che si arrivi a cinque anni.
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Significa che potranno chiedere la RITA i lavoratori che hanno almeno 63 anni, 20 anni di contributi versati, una pensione pari ad almeno 1,4 volte il minimo, e un periodo più lungo dei tre anni e sette mesi attualmente previsti dall’età pensionabile.
RITA più conveniente
Il Governo ritiene che questa soluzione possa andare incontro a un’esigenza precisa, quella di assicurarsi contro il rischio di aumento dell’età pensionabile. I lavoratori che oggi sono vicini alla pensione, e si ritireranno a 67 – 68 anni (in base alle attuali regole sull’età pensionabile), in generale avranno un buon assegno previdenziale. Quindi, per loro, non è necessariamente appetibile il cosiddetto secondo pilastro (la pensione complementare), mentre invece visto il continuo aumento dell’età pensionabile (anche in considerazione degli scatti relativi all’aumento delle speranze di vita), potrebbe essere una soluzione appetibile quella di poter utilizzare il capitale accumulato con i contributi versati a un fondo di previdenza privato.
=> APe e RITA, FAQ consulenti del lavoro
Ricordiamo che, in base alla norma, il lavoratore può chiedere la RITA indipendentemente dall’adesione all’APe volontaria. Il paletto è costituito dal fatto che ci vogliono gli stessi requisiti (per cui, fino a quando non partirà l’APe volontaria, è ferma anche la rendita integrativa temporanea anticipata). Allungare il periodo massimo dall’età pensionabile significa potenziare lo strumento, consentendo a un numero maggiore di lavoratori di accedere.
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Si tratta di un’ipotesi su cui, come detto, sta lavorando il Governo: nel frattempo, le regole sono quelle previste dalla manovra 2017. Il premier Paolo Gentiloni ha appena firmato il decreto attuativo dell’Ape volontaria, la cui entrata in vigore è quindi molto vicina. Bisogna però attendere ancora le convenzione con gli istituti bancari e le assicurazioni che finanzieranno e garantiranno il prestito pensionistico.