La Confsal – Confederazione Generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori – annunciando l’avvio il prossimo autunno dei lavori per la definizione di un disegno di legge popolare di Riforma delle Pensioni che punti su una maggiore flessibilità in uscita, ripropone la quota 100 ed un tetto massimo a 40 anni di contributi per la pensione anticipata.
=> Quota 100: come funziona
Quota 100
La quota 100 era già stata proposta dal disegno di legge Damiano e prevedeva un minimo di 62 anni e 35 di contributi. Il tutto senza nessuna penalizzazione per chi uscisse dal mercato del lavoro con la quota 100, ovvero con una somma tra l’età anagrafica e quella contributiva pari, appunto, a 100. Tale proposta, ferma in Parlamento dal 2015 (DDL 2945) era stata bocciata dal Governo e dall’INPS per una questione di copertura finanziaria.
I segretari delle sigle sindacali appartenenti alla Confals – Snals Confsal (lavoratori della scuola), Fast Confsal (lavoratori dei trasporti), F’ials Confsal (lavoratori della sanità), Fisrnic (lavoratori dell’industria e servizi), Fna Confsal (lavoratori dell’agricoltura) e Unsa Confsal (lavoratori delle funzioni centrali dello Stato) – propongono un tetto massimo di contributi pari a 40 anni, ovvero che non si possa lavorare per oltre 40 anni, e un limite di età anagrafica di 67 anni per tutti e 62 solo per i lavori usuranti.
=> Pensioni 2017: calcolo, requisiti e novità
Trattamento minimo
Cosimo Nesci (segretario Fna) ricorda:
«C’è un aspetto negativo e cioè quello che il sistema non permette più l’aggancio della pensione al trattamento minimo e cioè è possibile che un lavoratore lavorando per trenta, quarant’anni senza continuità contributiva possa andare in pensione anche con 100 o 200 euro al mese, senza un aggancio minimo pensionistico, in carenza di altri benefici. E questo è inconcepibile».
Assistenza sociale
Per i sindacati è inoltre necessario separare la previdenza dall’assistenza:
“Infatti, la pensione deve avere carattere previdenziale e non assistenziale, distinzione che di recente è stata fatta anche per l’APe Sociale, non sì tratta infatti di una pensione bensì di un’indennità pagata dallo Stato”.
Lavoratori usuranti
Pietro Serbassi (segretario generale Fast) osserva inoltre che:
«Ci sono particolari ruoli, come i macchinisti delle ferrovie, che si trovano a guidare 300 km/h a 67 anni. Bisogna avere un’attenzione per quelle categorie che oltre una certa età non possono lavorare per impedimenti fisici. E una riforma importante perché si va a tutelare le categorie che arrivano a un’età avanzata, età in cui anche la reattività si abbassa».
Per Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, anche gli operatori sanitari devono essere ricompresi nella categoria dei lavori usuranti.
Donne
Altro elemento riguarda le donne, i sindacati propongono periodi di non lavoro durante la maternità, recuperabili in seguito aggiungendoli all’età pensionabile, su base volontaria.
Raccolta firme
Una volta definiti i contenuti del disegno di legge popolare i sindacati raccoglieranno le firme di chi voglia sostenere la proposta, con l’obiettivo di raggiungere il milione di firme da presentare al Governo per modificare la Riforma delle Pensioni Fornero entro fine anno e garantire così flessibilità in uscita al mercato del lavoro.