Il welfare aziendale trova sempre più spazio in Italia, complici anche gli incentivi governativi, da ultima la defiscalizzazione inserita nella Legge di Stabilità 2017, tanto che 4 imprese su 10 (quasi il 43%) per finanziare i propri piani in azienda utilizzano sempre più spesso i premi di risultato, oltre a investimenti ad hoc.
Si tratta della possibilità inserita nella Legge di Stabilità 2017 di convertire tutta o una parte del premio di produttività in servizi welfare, opzione scelta nell’80% dei casi, seguita dai contributi alle forme pensionistiche complementari o all’assistenza sanitaria versati in sostituzione del premio. Le aziende ricorrono inoltre nel 60% dei casi all’analisi di fattibilità, scegliendo i servizi offerti anche attraverso survey interne e focus group.
Un’attenzione al benessere dei lavoratori che porta, secondo il Quarto Rapporto Welfare e Primo Rapporto Wellbeing di OD&M Consulting (Gi Group), la soddisfazione dei lavoratori all’84% (+20 punti rispetto all’indagine 2016). Il rapporto è stato realizzato mediante due survey condotte una su un panel di 150 aziende italiane e l’altra su un campione di 500 lavoratori, così da analizzare i due diversi punti di vista sul welfare aziendale e capire quale sia l’impatto sull’engagement e sulla motivazione delle persone.
Dal punto di vista delle aziende le politiche di welfare rappresentano:
- una delle leve più importanti della gestione del personale, soprattutto in ottica di miglioramento del benessere dei lavoratori (77%), in particolar modo nelle medie (82,9%) e piccole imprese (90%);
- un’evoluzione dei pacchetti di benefit aziendale (60%);
- una nuova leva di Total Reward (32,9%) con un’incidenza maggiore nelle grandi realtà (40%) rispetto alle piccole (10%).
=> Guida Welfare Aziendale: il quadro normativo
Nonostante l’unico aspetto del benessere cui la maggior parte delle aziende ha dichiarato di prestare attenzione è l’ambiente di lavoro (76,2%), la sensibilità ai vari aspetti che determinano il wellbeing aziendale cresce fra le imprese che forniscono servizi di welfare con un’attenzione oltre che all’ambiente di lavoro (90%), anche alla prevenzione medica (63%) e al benessere relazionale (61%).
Simonetta Cavasin, Amministratore Delegato di OD&M Consulting, spiega:
“Il welfare aziendale contribuisce a tutti gli effetti a integrare le leve di Total Reward per la gestione del rapporto azienda/lavoratore, rappresenta una forma alternativa all’erogazione dei premi di produttività e impatta positivamente sul Wellbeing delle persone, andando a migliorare il livello di engagement e il clima dell’azienda. Si viene a creare così un circolo virtuoso che, se ben gestito, avvalora ulteriormente l’approccio integrato che l’azienda dovrebbe adottare nell’utilizzare tutte le leve che ha a disposizione per gestire al meglio il proprio organico”.
Da sottolineare che fra le imprese che hanno già un piano di welfare (47,6%) prevalgono le grandi e medie aziende (67,6%), mentre nell’ambito del 43,5% di imprese che ha intenzione di svilupparne uno nei prossimi due anni emergono le piccole – quasi il 60%, in crescita di oltre 20 punti.
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Dal punto di vista dei lavoratori i servizi più apprezzati sono:
- quelli di assistenza sanitaria, 75,9% con un gradimento che tende ad aumentare al crescere dell’età, raggiungendo l’86,5% per chi ha 45-54 anni;
- la concessione di ferie e permessi con il 74,7% e un apprezzamento particolare da parte di chi ha 45-54 anni (83,8%);
- i servizi di gestione del tempo (graditi al 72,8% e con il picco di soddisfazione massima per chi ha 35-45 anni con l’81%);
- i servizi di previdenza (al 71,5% e fino al 78,6% per chi ha 55-64 anni), tra i più graditi ci sono la maternità (integrazione al trattamento, buono nascita, formazione per reinserimento) con il 70,9% (81,5% da parte delle donne con figli) e la mobilità con il 70,3% (al 90,9% tra i più giovani).
Per Simonetta Cavasin:
“Il cambio di percezione dei lavoratori rispetto alle finalità di implementazione dei piani – si è ridotta di oltre 20 punti la percentuale di chi pensava che fosse una modalità di contenimento dei costi – correlato alla crescita della soddisfazione dei medesimi, conferma la validità di una comunicazione chiara e trasparente e l’importanza dell’ascolto e del coinvolgimento dei lavoratori nelle diverse fasi di progettazione. Al tempo stesso, emerge che il welfare aziendale sta raggiungendo una certa maturità e se ne profila all’orizzonte un prossimo traguardo: l’aumento del livello di energia e di motivazione all’interno dell’organizzazione grazie ai servizi orientati al benessere delle persone. Per questo, a 4 anni dal primo studio, abbiamo voluto indagare il nuovo ambito del wellbeing; la maggiore soddisfazione si riscontra proprio tra i dipendenti che riconoscono come principale finalità nell’implementazione dei piani di welfare l’aumento del livello di benessere delle persone e di quello organizzativo.”