Sono scaduti sabato 15 luglio i termini per presentare domanda di accesso all’APe Sociale e alla pensione dei lavoratori precoci: sono statre oltre 66mila le richieste arrivate all’INPS, di cui quasi 40mila relativa all’anticipo pensionistico a carico dello Stato e più di 26mila per la pensione anticipata a quota 41 anni di contributi. Ora inizia la seconda fase dell’iter, che prevede la verifica e la certificazione INPS del diritto al beneficio, dopo la quale si potrà presentare una seconda domanda, questa volta di accesso vero e proprio all’indennità.
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Scadenze APe e Precoci
Le risposte INPS devono arrivare entro il 15 ottobre, con il primo assegno versato il mese successivo a quello della domanda definitiva. Coloro che, avendo già maturato i requisiti richiesti, hanno presentato contestualmente entrambe le domande, devono solo attendere la certificazione INPS e dal mese successivo inizieranno a percepire la pensione o l’APe senza ulteriori adempimenti.
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Ricordiamo che è possibile presentare domanda anche fuori dai termini, ma comunque entro il 30 novembre 2017: nel caso in cui le istanze accolte (fra quelle arrivate entro il 15 luglio) non esaurissero le risorse disponibili per l’anno in corso, l’INPS prenderà in considerazione anche quelle arrivate in data successiva, che in caso contrario non verranno nemmeno lavorate.
Domande APe e Precoci
L’istituto di previdenza fornisce una serie di dati statistici sulle domande presentate: molto più numerose le richieste da parte di lavoratori uomini, a quota 50mila (28mila domande di APe Sociale e 22mila di pensione precoci), contro le 15mila istanze presentate da lavoratrici donne (11mila 600 domande di APe e meno di 4mila domande di pensione precoci).
La maggioranza delle domande di APe social riguarda disoccupati (27mila 700), mentre fra i precoci la tipologia più numerosa è quella dei lavoratori addetti a mansioni gravose. Per quanto riguarda la suddivisione geografica spicca la Lombardia (11.048), seguita da Veneto (6.701), Sicilia (5.608), Piemonte (5.568), Emilia Romagna (4.865), Lazio (4.594) e Toscana (4.566).
Fonte INPS