Evitare nel 2019 cinque mesi di adeguamento alle aspettative di vita e misure per le pensioni e il welfare dei giovani, cantiere di lavoro per la prossima Legge di Bilancio 2018: sono i punti fondamentali attorno ai quali è iniziata la fase due del negoziato tra Governo e Sindacati sulla Riforma Pensioni. Restano da definire alcuni aspetti delle misure appena partite: allo studio ci sono in particolare alcune modifiche sull’APE Sociale, con paletti meno rigidi per l’accesso di disoccupati e lavoratori edili.
=> Riforma pensioni, modifiche all’APE Sociale
Pensione giovani
Per quanto riguarda in giovani, che sono il punto fondamentale della seconda fase della Riforma delle Pensioni prevista dagli accordi siglati nel settembre scorso da Esecutivo e sigle confederali, con la roadmap ben definita, le misure allo studio sono le seguenti:
- pensione di garanzia con parziale fiscalizzazione dei contributi;
- previdenza complementare incentivata;
- riscatto gratuito anni universitari;
- contributi ai ai caregiver.
Scatti 2019
Altra questione importante, sono gli scatti per l’adeguamento alle aspettative di vita che, in base al meccanismo automatico ora previsto, nel 2019 potrebbe alzarsi di cinque mesi:
- in pensione di vecchiaia a 67 anni,
- in pensione anticipata a 43 anni e 3 mesi per gli uomini, 42 anni e 3 mesi per le donne.
Due le ipotesi sul tavolo: evitare / limitare lo scatto 2019, oppure riformare l’intero sistema togliendo il meccanismo automatico e lasciando la decisione sugli scatti alla trattativa fra le parti (è la proposta dei sindacati, si registra l’opposizione dell’INPS). Per il 13 luglio è prevista un’assemblea unitaria di Cgil, Cisl e Uil per arrivare a una sintesi di proposte da mettere sul tavolo negoziale con Governo e INPS.