Il cumulo dei contributi può essere utilizzato anche per raggiungere la pensione anticipata precoci con la quota 41. La certezza si avrà solo con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma secondo anticipazioni di stampa, il decreto attuativo contiene questa novità, specificando che il requisito contributivo ridotto dei 41 anni per i lavoratori precoci introdotto dalla Riforma Pensioni è raggiungibile anche attraverso il cumulo gratuito dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali.
=> Pensione anticipata precoci, requisiti
Si tratta di una precisazione importante, perché è una novità rispetto a quanto previsto dal testo legislativo primario, ovvero i commi 199 e seguenti della Legge di Stabilità 2017. Questa possibilità riguarda anche gli iscritti alla gestione separata, e le casse previdenziali dei professionisti. In tutti i casi, i contributi non devono riferirsi a periodi coincidenti.
Naturalmente, i lavoratori devono avere i requisiti previsti per rientrare nella quota 41, ovvero: avere almeno 12 mesi di contributi versati prima del 19esimo anno di età, 41 anni di contributi, e rientrare in una delle quattro categorie previste dal comma 199, che sono le stesse indicate per l’accesso all’APe precoci. Quindi: disoccupati senza sussidio da almeno tre mesi, caregivers che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente da almeno sei mesi, lavoratori con un grado di disabilità pari almeno al 74%, addetti a mansioni gravose da almeno sei anni, oppure a lavori usuranti.
La domanda per la pensione anticipata precoci si presenta all’INPS: coloro che maturano il requisito nel 2017, devono presentare entro il prossimo 15 luglio, mentre dal 2018 il termine per la presentazione è il primo marzo. Come per l’APe social le domande ch vengono presentate in ritardo, ma comunque entro il 30 novembre, possono essere prese in considerazione ma solo se non sono state esaurite le risorse previste.