Il dibattito sui voucher lavoro diventa politico: la manovra bis potrebbe reintrodurre – con modifiche – i buoni di pagamento del lavoro occasionale. L’emendamento PD prevede di reintrodurre i buoni lavoro anche per le piccole imprese fino a cinque dipendenti. In realtà, si tratta di utilizzare una procedura telematica che consenta il pagamento a ore (con un meccanismo simile a quello dei voucher ma senza la sottoscrizione di un contratto di lavoro). Netto lo schieramento delle PMI contro i sindacati: le imprese rivogliono i voucher in vista della stagione estiva, le confederazioni sindacali temono che reintroducendo i buoni lavori si ripresenti il rischio di sfruttamento dei lavoratori.
L’annuncio dell’emendamento è stato dato dal capogruppo del PD alla Camera, Ettore Rosato, sollevando subito molte polemiche (con tanto di rischio di crisi di Governo determinata dall’opposizione dei bersaniani di Mpd). Alla fine l’emendamento è arrivato in commissione Bilancio ed è stato approvato introducendo il libretto familiare ed uno strumento ad hoc per micro aziende fino a 5 dipendenti.
Comunque sia, al di là della polemica, la proposta prevede una retribuzione oraria di 12,5 euro, che al netto di contributi previdenziali e INAIL diventano circa 9 euro (si tratta dunque di un incremento rispetto ai 10 euro lordi, che diventano circa 7,5 netti, dei precedenti voucher lavoro). C’è un tetto massimo di 5mila euro ad azienda (che si può alzare a 7mila 500 euro per particolari tipologie di lavoratori svantaggiati), e di 2mila 500 euro per singolo lavoratore. Si tratta di una prestazione oraria, che però per essere attivata richiede un minimo di quattro ore.
Il nuovo contratto di prestazione occasionale non si potrà applicare alle aziende del settore agricolo né in edilizia, e neppure per le PMI coinvolte in appalti di opere o servizi. Oltre i 5mila euro di retribuzione annua o le 280 ore di lavoro nell’anno civile, scatta l’assunzione a tempo pieno e indeterminato.
In parole semplici, uno strumento molto flessibile, che consente alle aziende di coprire le esigenze di lavoro occasionale, ma con paletti più stringenti rispetto alla vecchia normativa dei voucher lavoro (per esempio, non c’era il tetto massimo ad azienda, che invece è pensato per assicurare che questa forma di contratto si applichi solo a un limitato numero di prestazioni).
Per le famiglie, sempre da parte della maggioranza, resta invece la proposta del “libretto telematico”, con procedura online, e un limite di 2mila 500 euro a lavoratore. Per le aziende di maggiori dimensioni, la proposta è quella di ricorrere al contratto di lavoro intermittente, al quale vengono tolti una serie di paletti oggi previsti, a partire da quello che ne consente l’applicazione solo ai giovani sotto i 24 anni o a lavoratori over 55.
Ricordiamo che la precedente normativa sul lavoro occasionale è stata abrogata dal Governo, per cui dallo scorso 17 marzo non si possono più acquistare i buoni lavoro (si possono utilizzare fino al 31 dicembre quelli precedentemente acquistati), e attualmente non c’è una legge che regolamenti le forme di lavoro accessorio.
=> Voucher lavoro, i contratti alternativi
Ricordiamo che ci sono molti altri emendamenti sui voucher lavoro depositati da tutte le forze politiche, che vanno dall’introduzione di un card elettronica, alla creazione di piattaforme telematiche apposite per il lavoro occasionale, con diversi compensi minimi (dai 10 ai 12 euro), e tetti massimi applicabili. Vedremo come andrà a finire: L’unica certezza è che l’iter della manovra bis prevede, per la prossima settimana, il voto di fiducia in aula alla Camera, e con ogni probabilità analogo procedimento in Senato.