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Jobs Act Autonomi, nuove proposte

di Noemi Ricci

16 Gennaio 2017 09:30

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Jobs Act autonomi, il Comitato Unitario delle Professioni chiede modifiche alla Commissione Lavoro della Camera, a partire dall'equo compenso: i dettagli.

Tutti gli Ordini professionali uniti nel chiedere alla Commissione Lavoro alla Camera alcune modifiche al Jobs Act degli autonomi attualmente in stallo dopo il via libera del Senato dello scorso novembre, ritenuto in generale un provvedimento valido e un intervento costituzionalmente necessario che va a colmare, almeno in parte un ritardo non più tollerabile per il comparto del lavoro autonomo e professionale.

=> Jobs Act autonomi approvato in Senato

Una delegazione del Comitato Unitario delle Professioni guidata da Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, ha presentato in audizione presso la Commissione Lavoro della Camera per presentare, su mandato di tutti gli Ordini professionali, alcune proposte di modifica alla bozza del disegno di legge sul lavoro autonomo (AS 2233), il cosiddetto Jobs Act appunto.

A convincere i professionisti è soprattutto il passaggio del provvedimento che riconosce la funzione sussidiaria dei professionisti ordinistici e del loro ruolo di tutela alla fede pubblica, ma anche l’ampliamento delle tutele dei liberi professionisti, riconosciuti come soggetti economici che integrano realtà produttive economicamente simili alle PMI per dimensioni, problematiche ed esigenze.

Quello che chiedono però i professionisti è di inserire tra gli interventi volti a reprimere condotte abusive nell’esercizio dell’attività libero professionale, anche il concetto di “equo compenso” del professionista ovvero un compenso correlato alla qualità e quantità del lavoro svolto, stabilito secondo i parametri giudiziali vigenti.

Viene poi proposta anche l’introduzione del lavoro agile, che consente di conciliare meglio i tempi di lavoro e famiglia, con l’introduzione di forme contrattuali di lavoro agile atipiche, anche in deroga alla disciplina generale di legge o della contrattazione collettiva, purché gli accordi individuali raggiunti dalle parti contraenti siano formalizzati presso le Commissioni di certificazione e con le garanzie di protezione previste dai procedimenti richiesti.

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