Tempo di cambio generazionale nelle divisioni IT delle aziende. Considerata l’età relativamente giovane dell’industria informatica (40 anni circa), quello che si profila all’orizzonte è il primo vero ricambio che investirà gli IT worker.
Per questo l’attenzione delle società di ricerca si sta focalizzando sull’analisi dello scenario attuale, cercando di prevedere il futuro. Da Gartner e Forrester Research arrivano 2 studi che spiegano cosa sta succedendo e cosa succederà.
Secondo Phil Murphy, analista di Forrester e autore della ricerca “Skills Assessment, a 21st Century Imperative for CIOs”, con la dipartita degli attuali IT manager le aziende si troveranno ad affrontare un problema abbastanza serio. Quelle che verranno a mancare non saranno le competenze dei singoli dipendenti, ma «la combinazione delle loro conoscenze con quelle dell’azienda».
Il problema sembrerebbe infatti quello di rimpiazzare persone in quanto esperte dell’infrastruttura informatica, ma soprattutto in quanto abili nel “tradurre” le tecnologie per gli scopi del business aziendale. A questo flusso in uscita si affiancherà inoltre l’ingresso del nuovo personale, che l’impresa dovrà essere pronta ad accogliere.
Stando alla ricerca di Gartner, infatti, i nuovi IT manager provengono dalla generazione dei cosiddetti “digital natives”, ovvero le persone che sono cresciute a contatto con il Web, e in particolare con gli strumenti 2.0.
Proprio per questo motivo, la nuova ondata porterà con sé il bagaglio tecnico e sociale che trasformerà le imprese in quelle che Gartner chiama Enterprise 2.0, introducendo in ampia misura social network, blog, wiki e altri tool tipici del Web 2.0 che saranno riletti e riadattati per integrarsi con le esigenze di business.
Le grandi società informatiche stanno già cavalcando questo trend sviluppando strumenti 2.0 per ambienti aziendali, un’attenzione verso questi nuovi software che crescerà del 41,7% entro il 2011, proprio per assecondare le esigenze dei nuovi IT manager.
Questi infatti si troveranno a proprio agio in un ambiente lavorativo “free form”, caratterizzato da un’atmosfera informale, un elevato grado di partecipazione e, non ultimo, del sano caos creativo.