Niente quesito sull’articolo 18 nel Referedum sul Jobs Act, ammissibili invece gli altri due (su voucher lavoro e responsabilità solidale negli appalti): è il parere della Corte Costituzionale, di cui non si conoscono ancora le motivazioni, attese nel giro di un mese.
Quesiti
I tre quesiti sono stati promossi dalla CGIL raccogliendo 3,3 milioni di firme, mentre l’Avvocatura dello Stato in udienza ne ha poi chiesto l’inammissibilità. I due quesiti ammessi riguardano in dettaglio “abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)” e “abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti”. Quello bocciato riguardava l’abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi.
=> Referendum Jobs Act, i tre quesiti
Riforma articolo 18
Il quesito non ammesso al referendum chiedeva l’abolizione delle misure previste nell’ambito del nuovo contratto a tutele crescenti, che modificano l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori limitando il reintegro al licenziamento discriminatorio e ad alcuni casi di licenziamento disciplinare, prevedendo invece un risarcimento economico per tutte le altre tipologie di licenziamenti illegittimi. Il quesito chiedeva di ripristinare il reintegro, estendendolo alle imprese sopra i cinque dipendenti (l’articolo 18, prima delle modifiche, lo prevedeva sopra i 15 dipendenti).
Referendum Jobs Act
Bocciato il quesito sull’articolo 18, nel referendum resteranno quindi gli altri due. Il primo, come già detto, riguarda l’abrogazione delle disposizioni che ampliano il ricorso ai voucher lavoro, inserite nel dlgs 81/2015; il secondo riguarda le limitazioni in materia di responsabilità solidale negli appalti previste dal dlgs 276/2003.