Iniziativa dei sindacati confederali per i pensionati interessati dal blocco sulla rivalutazione delle pensioni nel biennio 2012-2013, a tutela del rischio di prescrizione in attesa della nuova sentenza della Corte Costituzionale. In pratica, Cgil, Cisl e Uil promuovono la presentazione di un’istanza da parte dei pensionati per interrompere i termini di prescrizione che scatterebbero nel 2017, impedendo il rimborso totale della rivalutazione mancata anche nel caso in cui la Consulta dovesse pronunciarsi a loro favore.
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La questione è parecchio complicata, vediamo di riepilogare. Il blocco della rivalutazione è quello stabilito dalla Riforma 2011 su tutti i trattamenti superiori a tre volte il minimo e dalla Corte Costituzionale, con la sentenza 70/2015, poi bocciato. Il Governo era successivamente intervenuto con il decreto Poletti, che ha stabilito la restituzione solo parziale delle somme in questione. Su questo decreto è stata sollevata nuova questione di legittimità, su cui la Corte deve ancora pronunciarsi.
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I sindacati temono però che, anche nel caso in cui la Consulta decidesse l’incostituzionalità del decreto Poletti, i pensionati interessati non riescano a incassare la parte di rivalutazione mancata per decorrenza dei termini: i ratei pensionistici si prescrivono in cinque anni (per effetto del decreto legge 98/2011). Quindi, visto che si parla di rivalutazioni che riguardano anche l’anno 2012, il 2017 è l’anno in cui scatta la prescrizione.
Attenzione, è bene sottolinare che si tratta di un rischio per ora del tutto teorico, per diversi motivi. Innanzitutto, non c’è ancora la sentenza della Corte Costituzionale, per cui non si sa quale sarà il pronunciamento sulla legittimità del decreto Poletti. In secondo luogo, un eventuale provvedimento del governo di recepimento di un’eventuale sentenza di illegittimità costituzionale potrebbe risolvere automaticamente la questione della prescrizione. I sindacati temono comunque che, in sede di applicazione, l’INPS possa far valere i termini in questione e non pagare, eventualmente, il dovuto. Quindi consigliano ai pensionati di tutelarsi in anticipo da questa eventualità, inviando un’istanza entro il 31 dicembre 2016 per interrompere i termini di prescrizione. Cgil, Cisl e Uil hanno messo a punto un modulo specifico, da inviare all’INPS via raccomandata.