Non sembra decisamente avere mai fine la questione dei lavoratori esodati generata dalla Riforma delle Pensioni Fornero: con la Legge di Stabilità 2017 arriva un’altra delusione tanto che la “Rete dei Comitati degli esodati” ha indetto un presidio degli esodati l’8 novembre a Roma al Ministero delle Finanze per chiedere un’ottava salvaguardia per tutti i 34.000 esodati rimasti ancora esclusi dalle salvaguardie, nessuno escluso.
=> Stabilità 2017, ottava salvaguardia esodati
Eppure, nonostante nei mesi scorsi gli esponenti istituzionali avevano data per certa la risoluzione definitiva della questione esodati con la Legge di Stabilità 2017, nel testo depositato alla Camera il testo della Legge di Bilancio, con allegata la Relazione Tecnica certificata dalla Ragioneria dello Stato, contenente, all’art. 33, un Ottavo provvedimento di salvaguardia per gli Esodati, la salvaguardia riguarderebbe solo 27.700 esodati degli oltre 34.000 dichiarati dallo stesso Governo al Parlamento.
La Rete dei Comitati degli esodati denuncia inoltre le gravi, nuove e inaccettabili discriminazioni a danno di migliaia di esodati che sarebbero contenute nell’ottava salvaguardia:
“Se da una parte si estende a 36 mesi oltre il termine della mobilità la possibilità di maturare i “requisiti previdenziali” per l’ammissione alla salvaguardia degli Esodati Mobilitati (ma al tempo stesso per questa categoria si limita ingiustamente al 31/12/2012, la data di licenziamento utile per l’ammissione alla salvaguardia precedentemente fissata al 31/12/2014), dall’altra per altre categorie si limita, incomprensibilmente, il periodo entro il quale maturare la “decorrenza pensionistica” per l’ammissione a salvaguardia, ai soli 24 mesi successivi alla data di approvazione della nuova norma! Mentre per altre categorie ancora, paradossalmente quelle più deboli tra gli Esodati, questo periodo è limitato a soli 12 mesi: si tratta di coloro che sono stati impossibilitati a versare i contributi volontari all’INPS pur avendone l’autorizzazione, o di quei pochi che son stati licenziati e che svolgevano un lavoro con un contratto a tempo determinato (lett. “ f ” articolo 1, comma 194, della legge 147/2013 e punto “ e “ del comma 265 della Legge 208/2015)”.
Viene inoltre denunciato il taglio al Fondo Esodati di 810 milioni di euro, destinati a misure diverse da quelle volte a risolvere definitivamente il dramma esodati, con il risultato che gli oltre 172.000 beneficiari totali previsti vengono ridotti a 164.795.
=> Esodati, tagliati i fondi
Riassumendo, gli esodati che scenderanno in piazza l’8 novembre 2016, per la 18esima volta in questi 5 anni, chiederanno al Ministero delle Finanze di:
- correggere sollecitamente l’ottava salvaguardia per comprendere tutti gli esodati finora esclusi dalle salvaguardie, così come individuati dalla PdL A.C. 3893, garantendo loro il loro costituzionale diritto alla pensione secondo le norme previgenti;
- eliminare gli inaccettabili vincoli, limitazioni e le condizioni che negano agli esodati esclusi il diritto alla salvaguardia;
- ripristinare per i mobilitati, il 31/12/2014 quale data limite per il licenziamento (come già previsto nella precedente settima salvaguardia), e si riconosca per tutte le altre categorie degli Esodati individuate, per l’accesso all’ottava salvaguardia, l’estensione ai 36 mesi successivi all’approvazione della norma dei termini per la maturazione del “requisito previdenziale”;
- modificare nel testo i commi 8 e 9 predisposti per la correzione della L.228/2012 assicurando un automatismo (sull’esempio del “contatore” utilizzato per l’Opzione Donna) che consenta (con appositi Decreti Ministeriali) di utilizzare completamente gli eventuali ulteriori risparmi del “Fondo” per la salvaguardia degli ulteriori esclusi.