Le pensioni retributive, quelle che tra pochi anni scompariranno definitivamente per lasciare posto al contributivo puro, quelle che consentono ai pensionati della vecchia generazione di prendere un assegno pensionistico superiore a quanto effettivamente versato, non verranno toccate da alcun intervento normativo. A mettere a tacere le voci circolanti in merito ad un possibile ricalcolo contributivo delle pensioni retributive, volto a trovare risorse da destinare al sistema previdenziale, sono stati sia il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che il Premier Matteo Renzi.
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Renzi ha così rassicurato milioni di pensionati:
«Chi prende un assegno, anche se superiore a quanto effettivamente versato, non rischia in alcun modo di vederselo ridotto».
Renzi assicura:
«Le pensioni oggi sono sicure per tutti. Per la prima volta in Italia, dopo anni, si parla di pensioni non per ridurle, ma per aumentarle. Tra intervento sulle pensioni basse e meccanismi per favorire l’anticipo di uscita, sulla previdenza vogliamo mettere più soldi, e non di meno come accaduto in passato. Per noi l’intervento sulle pensioni basse risponde ad una questione di equità e sta dentro una visione strategica dell’economia che poggia su due pilastri: inclusione e crescita».
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Cesare Damiano spiega:
«Su questo argomento alla Commissione Lavoro della Camera abbiamo tenuto tempo fa l’audizione di un direttore dell’INPS che ha definitivamente chiarito che un ricalcolo contributivo delle pensioni retributive sarebbe anche tecnicamente impossibile. Renzi ha inoltre ribadito che saranno aumentate le pensioni più basse. Una scelta giusta che va però chiarita: l’aumento deve essere realizzato con la rivalutazione della quattordicesima già esistente, che tiene conto dei contributi versati. Un aumento uguale per tutti sarebbe assistenziale e non avrebbe niente a che vedere con la previdenza. Evitiamo di commettere errori».