Novità sul fronte dell’equiparazione fra professionisti e imprese, congedo parentale per lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata, sportelli dedicati nei centri per l’impiego, misure per la conciliazione vita – lavoro: sono le principali misure contenute nel Jobs Act lavoro autonomo e smart working, che è stato approvato dalla Commissione Lavoro del Senato. Il disegno di legge, approvato dal Governo nel gennaio scorso e il cui iter in Senato è iniziato nel mese di marzo passa ora nell’aula di Palazzo Madama, dove approderà presumibilmente dopo la pausa estiva. La normativa è divisa in due parti, dedicate a lavoro autonomo (non imprenditoriale) e smart working.
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Nel corso dell’iter in commissione, sono state introdotte una serie di novità sui professionisti iscritti agli Ordini, per i quali oltre all’equiparazione alle imprese per i bandi europei, sono previste nuove possibilità di costituire reti, consorzi, e associazioni temporanee professionali, sempre nel caso di partecipazione a bandi (nazionali e internazionali).
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Fra le altre misure, l’estensione del congedo parentale a sei mesi, dai precedenti tre, per i lavoratori autonomi, più tutele per la maternità (introdotto un principio di sussidiarietà per cui la lavoratrice autonoma in maternità può essere sostituita da familiari o soci). Il Ddl prevede poi la deducibilità fiscale delle spese di formazione, il divieto di prolungare i tempi di pagamento oltre i 60 giorni dalla fattura, l’introduzione nei centri per l’impiego di uno sportello dedicato al lavoro autonomo.
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Per quanto riguarda la parte relativa allo smart working, il testo contiene una prima regolamentazione di questa forma di lavoro agile, che non prevede un orario rigido e la presenza nei locali dell’azienda, ed è regolamentato da un contratto flessibile sul fronte degli orari e dell’organizzazione del lavoro. Lo smart working è una forma di lavoro subordinato, il testo della legge prevede tutti gli obblighi del datore di lavoro in materia di sicurezza, assicurazione, utilizzo delle tecnologie, protezione dei dati.
approvato in commissione.