Sembrava in dirittura d’arrivo la questione dei 20-30 mila lavoratori esodati rimasti esclusi dalle tutele dalla Riforma delle Pensioni, ma la strada verso l’ottava salvaguardia appare tutt’altro che in discesa. E a mettere i bastoni tra le ruote di recente ci ha pensato anche l’INPS il cui presidente Tito Boeri ha dichiarato che si tratterebbe di una misura iniqua ed inutilmente costosa. Ma la Rete dei Comitati degli Esodati non si arrende e lancia un nuovo accorato appello affinché la vicenda esodati si possa chiudere nel più breve tempo possibile, restituendo serenità a migliaia di famiglie che si trovano ormai in uno stato di indigenza senza più reddito né pensione.
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Un appello rivolto al Presidente dell’INPS Prof. Tito Boeri, al Direttore Generale dell’INPS dott. Massimo Cioffi, al Presidente della Commissione di Vigilanza sugli Enti Previdenziali, al Ministro del Lavoro On. Giuliano Poletti e al Ministro delle Finanze Carlo Padoan. La Rete dei Comitati degli Esodati ricorda all’INPS che sono passati ben 4 mesi dalla chiusura dei termini della presentazione delle istanze per beneficiare della settima salvaguardia (1° marzo 2016). La chiusura della settima salvaguardia era attesa dagli esodati esclusi per capire quante risorse fossero ancora a disposizione per l’attuazione di un’ottava salvaguardia. Ma ad oggi la risposta non è ancora arrivata.
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Un fatto ritenuto inaccettabile dalla Rete dei Comitati degli Esodati:
“Perché, di fatto, rendendosi palese l’incapacità dell’INPS di attingere a dati che NON può non avere in relazione alla definizione delle varie posizioni personali dei richiedenti salvaguardia, condanna migliaia di persone, e le loro famiglie, ad ulteriori e pesanti mesi di attesa nell’ansia e nell’incertezza sul loro futuro.In particolare oltre il 90% dei 6.300 soggetti mobilitati beneficiari del provvedimento di cui alla lettera a), comma 265, L. 208/2015 non riescono da 120 giorni ad avere alcuna notizia sull’iter e sullo stato di verifica della loro domanda di salvaguardia ne’ i loro rappresentanti riescono ad ottenere notizie certe dai responsabili della Direzione Centrale Pensioni”.
Circostanza che inoltre sta generando, oltre all’angosciante attesa per migliaia di ex lavoratori di conoscere quale sarà la loro sorte, l’impossibilità di chiudere la Conferenza dei Servizi aperta il 23 giugno scorso per accertare i risparmi derivanti dai sette provvedimenti di salvaguardia necessari per dare doveroso avvio ad un ottavo provvedimento per gli oltre 34.000 esodati ancora rimasti esclusi. In questa situazione risulta bloccato anche il Ddl A.C. 3893 sull’ottava salvaguardia recentemente depositato alla Camera dei Deputati a firma dell’On. Damiano Presidente della Commissione Lavoro e dell’On. Gnecchi.
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In risposta alle affermazioni di Tito Boeri che ha bocciato l’ottava salvaguardia, la Rete dei Comitati degli Esodati risponde così:
“È FALSO che l’ottava salvaguardia sia troppo onerosa in quanto sarebbe chiaramente a costo zero per lo Stato potendo contare, per la sua copertura finanziaria, sui risparmi conseguiti nel Fondo Esodati e provenienti dalla rendicontazione dei sette provvedimenti approvati. Risparmi certificati dallo stesso INPS nel suo ultimo Report (20.6.2016) col quale documenta che restano (regolarmente finanziati con i fondi precedenti) ALMENO 34.000 posti disponibili per un nuovo provvedimento di salvaguardia.Infatti a fronte di una potenziale platea di 172.466 aventi diritto sono state accolte finora 127.632 domande, mentre 10.395 risultano ancora giacenti in attesa di istruttoria. Conteggiando fra le accolte anche tutte le domande non ancora esaminate, risulta in modo certo ed inconfutabile che i posti MINIMI disponibili già consolidati (coperti da regolare finanziamento rimodulato con la Legge di Stabilità 2016) sono ben 34.439, ai quali si devono sommare quelli derivanti dalle istanze che avranno esito negativo nelle 10.395 in istruttoria. È innegabile dunque, che le risorse stanziate sono ampiamente sufficienti anche per l’ottavo provvedimento di salvaguardia per tutti i 34.000 esclusi”.
Gli esodati chiedono pertanto:
- all’INPS di chiudere nel più breve tempo possibile l’istruttoria delle istanze della settima salvaguardia e della contabilità dei sette provvedimenti di salvaguardia;
- al Ministero del Lavoro e al Ministero delle Finanze di chiudere sollecitamente la Conferenza dei Servizi aperta e certificare i risparmi conseguiti dai sette provvedimenti di salvaguardia approvati, nonché di procedere all’approvazione del DDL A.C.3893 non oltre il mese di settembre.