Non solo dipendenti del privato: l’anticipo pensione APE sarà utilizzabile anche da quelli pubblici e dai lavoratori autonomi. L’argomento è al centro del tavolo di trattative fra governo e sindacati sulla Riforma Pensioni e l’annuncio è del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, secondo cui potranno chiedere l’APE:
«tutti i cittadini che hanno i requisiti per poter chiedere l’anticipo».
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Ricordiamo che l’APE è una sorta di anticipo sulla pensione che si può chiedere a tre anni dal requisito anagrafico: si percepisce un trattamento finanziato dalle banche fino al raggiungimento della pensione vera e propria, da restituire poi con un piano di ammortamento ventennale. Fra le tante questioni da risolvere c’è quella delle detrazioni, che serviranno ad alleggerire il carico della restituzione delle rate del prestito pensionistico.
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La decurtazione sulla pensione dipende dagli anni di anticipo con cui ci si ritira e dall’entità dell’assegno: secondo i primi calcoli, il taglio può andare da un 5 a un 15-20% per chi sceglie i tre anni di anticipo.
Il sistema di detrazioni utilizzerà la leva fiscale per compensare la decurtazione previdenziale. In base a quanto affermato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini:
«stiamo lavorando su interventi fiscali che riducano il peso della rata e per definire la platea che sarà fortemente agevolata».
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Secondo le anticipazioni, le detrazioni dovrebbero azzerare l’importo della rata per lavoratori a basso reddito, in particolare per disoccupati, impiegati in lavori usuranti. Come detto, l’APE viene finanziato dalle banche ma è erogato dall’INPS, al quale bisognerà fare domanda. Allo studio ci sono anche altri strumenti, come la restituzione integrativa temporanea anticipata (RITA), la possibilità di incassare la pensione integrativa per ridurre il capitale APE da restituire.
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Le misure allo studio restano al centro del tavolo con i sindacati, e verranno inserite nella prossima Legge di Stabilità all’interno di una complessiva Riforma Pensioni.